Sono da poco rientrato da Iseo, dove si è svolta la quinta edizione della granfondo del Sebino e della Franciacorta.
Il percorso lungo è di circa 124 km per poco meno di 1900m di dislivello: tre salite principali che conosco bene, essendo della zona in cui mi alleno spesso
Come domenica scorsa, non sono stato molto brillante (nel ciclismo non ci si inventa nulla: se non sei preparato vai piano, sempre!).
Alla fine sono arrivato 415° su 535, in 4h e 17m .
Partendo dal fondo dello schieramento e per l'attuale condizione atletica lo considero un risultato confortante.
Quest'anno sarà dura: ho faticato già dall'inizio a tenere le ruote e nelle salite ho cercato di salire regolare col mio passo.
Adesso ho un mese circa di tempo per iniziare ad allenarmi in salita, così arrivo in condizioni decenti alla prossima granfondo.
Certo è inusuale per me fare due granfondo a distanza di una settimana avendo fatto solo il classico fondo invernale (e nemmeno troppo, visti la poca clemenza dell'inverno e i vari impegni che mi hanno tolto tempo che fino all'anno scorso dedicavo al ciclismo)
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Stagione ciclistica 2010 - Circuito Dalzero.it
Rieccomi dopo cinque mesi di inattività...
Per quest'anno ciclistico 2010 ho deciso di fermarmi un po' con l'agonismo.
Non parteciperò al Prestigio e mi dedicherò a poche granfondo ben selezionate, privilegiando l'aspetto amatoriale e turistico.
Ho trovato interessante il Circuito Dalzero.it e proprio ieri ho partecipato alla prima delle cinque granfondo in programma: il 18° Giro del Valdarno.
Mi sono recato a Cavriglia il sabato pomeriggio, alloggiando alla Locanda Cuccuini, molto carina e caratteristica.
La granfondo si è svolta tra le province di Arezzo e Siena: il percorso parte da Cavriglia e sconfina nella zona del Chianti (Gaiole, Radda, Lecchi) per poi tornare a Cavriglia.
Il percorso lungo misura 126 Km per 1600m di dislivello (reali sono 2040 m). La particolarità del tracciato è che non ci sono nè salite lunghe nè salite con pendenze impossibili: tante salite medio-corte (la più lunga è di 5 km) e veramente pochi tratti di pianura in cui riposare.
La zona del Chianti è tutta un su e giù tra i colli.
La mia gara è stata condizionata dalla attuale preparazione: molto approssimativa e non adeguata al percorso della granfondo.
Ho perso le ruote del primo gruppo sin dalla prima salita e per un problema alla ruota posteriore ho perso anche i successivi gruppetti. Di conseguenza mi sono ritrovato ancora con tutto il percorso da fare senza compagni di pedalata. Per fortuna sulla salita successiva sono riuscito a raggiungere alcuni atleti con i quali ho condiviso buona parte della gara. Alla fine sono riuscito ad arrivare al traguardo con calma e parecchio stanco.
Posizione in classifica generale: 121 su 145
Tempo di percorrenza totale: 4 ore e 46 minuti
Per me è una novità terminare una granfondo nelle retrovie, ma quest'anno dovrò farmene una ragione.
Commento finale:
Granfondo ben organizzata
Posti molto belli
Accoglienza ottima.
Per quest'anno ciclistico 2010 ho deciso di fermarmi un po' con l'agonismo.
Non parteciperò al Prestigio e mi dedicherò a poche granfondo ben selezionate, privilegiando l'aspetto amatoriale e turistico.
Ho trovato interessante il Circuito Dalzero.it e proprio ieri ho partecipato alla prima delle cinque granfondo in programma: il 18° Giro del Valdarno.
Mi sono recato a Cavriglia il sabato pomeriggio, alloggiando alla Locanda Cuccuini, molto carina e caratteristica.
La granfondo si è svolta tra le province di Arezzo e Siena: il percorso parte da Cavriglia e sconfina nella zona del Chianti (Gaiole, Radda, Lecchi) per poi tornare a Cavriglia.
Il percorso lungo misura 126 Km per 1600m di dislivello (reali sono 2040 m). La particolarità del tracciato è che non ci sono nè salite lunghe nè salite con pendenze impossibili: tante salite medio-corte (la più lunga è di 5 km) e veramente pochi tratti di pianura in cui riposare.
La zona del Chianti è tutta un su e giù tra i colli.
La mia gara è stata condizionata dalla attuale preparazione: molto approssimativa e non adeguata al percorso della granfondo.
Ho perso le ruote del primo gruppo sin dalla prima salita e per un problema alla ruota posteriore ho perso anche i successivi gruppetti. Di conseguenza mi sono ritrovato ancora con tutto il percorso da fare senza compagni di pedalata. Per fortuna sulla salita successiva sono riuscito a raggiungere alcuni atleti con i quali ho condiviso buona parte della gara. Alla fine sono riuscito ad arrivare al traguardo con calma e parecchio stanco.
Posizione in classifica generale: 121 su 145
Tempo di percorrenza totale: 4 ore e 46 minuti
Per me è una novità terminare una granfondo nelle retrovie, ma quest'anno dovrò farmene una ragione.
Commento finale:
Granfondo ben organizzata
Posti molto belli
Accoglienza ottima.
Fine Stagione Ciclistica 2009
Ebbene, anche per quest'anno è finita la parte agonistica della stagione!
Le granfondo sono finite: purtroppo non ho raggiunto gli obiettivi prefissati per motivi vari (impegni e problemi fisici). Mi sono fermato a sei granfondo del Prestigio (il minimo era di sette).
Visti gli ultimi sviluppi della "vita non sportiva" ho deciso di prendermi un anno sabbatico: nel 2010 e in questi mesi che restano del 2009 non ho intenzione di partecipare a granfondo, pedalando in tranquillità senza l'impegno mentale di dover preparare determinate gare.
A presto.
Le granfondo sono finite: purtroppo non ho raggiunto gli obiettivi prefissati per motivi vari (impegni e problemi fisici). Mi sono fermato a sei granfondo del Prestigio (il minimo era di sette).
Visti gli ultimi sviluppi della "vita non sportiva" ho deciso di prendermi un anno sabbatico: nel 2010 e in questi mesi che restano del 2009 non ho intenzione di partecipare a granfondo, pedalando in tranquillità senza l'impegno mentale di dover preparare determinate gare.
A presto.
Granfondo Dieci Colli Bolognesi - 2009
Venerdì scorso, primo maggio 2009, ho partecipato per la terza volta in tre anni, alla Dieci Colli.
Il percorso è rimasto invariato rispetto agli anni passati.
Come sempre la data della gara è il primo maggio, che mi crea qualche problemino visto che devo pernottare a Bologna. Sono quindi costretto a prendere il pomeriggio di ferie il 30 aprile.
La gara è andata bene: posizione e tempo quasi identici all'anno scorso (una posizione e circa un paio di minuti di differenza), ma quest'anno, per motivi non ben precisati, sono partito a fondo gruppo, mentre l'anno scorso ero decisamente più avanti in griglia.
In questo periodo mi manca un po' di fondo ed abitudine alle percorrenze lunghe, mentre sulla salita singola e lunga (circa un'ora) vado bene.
Sia prima che dopo la gara ho percorso la mia salita di test sotto il mio personale stabilito nel 2007.
Nel prossimo weekend cercherò di allungare un po' la durata degli allenamenti.
Alla prossima!
Il percorso è rimasto invariato rispetto agli anni passati.
Come sempre la data della gara è il primo maggio, che mi crea qualche problemino visto che devo pernottare a Bologna. Sono quindi costretto a prendere il pomeriggio di ferie il 30 aprile.
La gara è andata bene: posizione e tempo quasi identici all'anno scorso (una posizione e circa un paio di minuti di differenza), ma quest'anno, per motivi non ben precisati, sono partito a fondo gruppo, mentre l'anno scorso ero decisamente più avanti in griglia.
In questo periodo mi manca un po' di fondo ed abitudine alle percorrenze lunghe, mentre sulla salita singola e lunga (circa un'ora) vado bene.
Sia prima che dopo la gara ho percorso la mia salita di test sotto il mio personale stabilito nel 2007.
Nel prossimo weekend cercherò di allungare un po' la durata degli allenamenti.
Alla prossima!
Primavera ciclistica 2009
Eccomi di ritorno da un allenamento intenso di 141km per 3000m di dislivello circa.
Il percorso è uno dei classici che percorro: risalgo la Valtrompia, in leggero falsopiano, fino a Zanano ed inizio la prima salita che porta al passo dei Tre Termini. E' poco più di una passeggiata e solitamente la uso coma salita di riscaldamento, anche se il posto è poco battuto dal sole e normalmente fa sempre fresco, anche in piena estate.
Arrivato in cima scendo verso Iseo e costeggio il lago fino a Pisogne (percorsi circa 45 km).
Da Pisogne iniziano due interessanti salite, che hanno in comune i primi tre km: Colle San Zeno e Passabocche.
La salita che solitamente scelgo è quella che porta a Passabocche, ed è anche una delle mie salite di riferimento: ogni volta che ci passo prendo il tempo con lo scopo di valutare lo stato della condizione atletica.
Una volta in cima proseguo in quota per un paio di chilometri per poi scendere fino a quota 1000m, andando ad incontrare la salita del Colle San Zeno al km 11 dell'altimetria. Da lì salgo fino alla cima del colle San Zeno e scendo fino a Lavone. La strada è stretta e la prudenza non è mai troppa.
Una volta arrivato in fondo, non sapendo bene cosa fare, decido di girare la bici e rifare in salita il versante che ho appena percorso in discesa
Poi sono sceso verso casa, stanco ma molto contento della pedalata e della primavera, che sembra finalmente arrivata.
La pedalata di oggi mi ha riservato una bella sorpresa: nonostante non mi sentissi al meglio (ho dormito solo 5 ore) sono riuscito ad abbassare di un minuto circa i miei tempi record sia sulla salita dei Tre Termini che sulla salita di Passabocche.
Ho anche scattato alcune foto mentre pedalavo sull'ultimo km del Colle San Zeno dal lato di Pisogne. Due settimane fa la neve era molta di più e i passaggi erano davvero spettacolari.
Il percorso è uno dei classici che percorro: risalgo la Valtrompia, in leggero falsopiano, fino a Zanano ed inizio la prima salita che porta al passo dei Tre Termini. E' poco più di una passeggiata e solitamente la uso coma salita di riscaldamento, anche se il posto è poco battuto dal sole e normalmente fa sempre fresco, anche in piena estate.
Arrivato in cima scendo verso Iseo e costeggio il lago fino a Pisogne (percorsi circa 45 km).
Da Pisogne iniziano due interessanti salite, che hanno in comune i primi tre km: Colle San Zeno e Passabocche.
La salita che solitamente scelgo è quella che porta a Passabocche, ed è anche una delle mie salite di riferimento: ogni volta che ci passo prendo il tempo con lo scopo di valutare lo stato della condizione atletica.
Una volta in cima proseguo in quota per un paio di chilometri per poi scendere fino a quota 1000m, andando ad incontrare la salita del Colle San Zeno al km 11 dell'altimetria. Da lì salgo fino alla cima del colle San Zeno e scendo fino a Lavone. La strada è stretta e la prudenza non è mai troppa.
Una volta arrivato in fondo, non sapendo bene cosa fare, decido di girare la bici e rifare in salita il versante che ho appena percorso in discesa
Poi sono sceso verso casa, stanco ma molto contento della pedalata e della primavera, che sembra finalmente arrivata.
La pedalata di oggi mi ha riservato una bella sorpresa: nonostante non mi sentissi al meglio (ho dormito solo 5 ore) sono riuscito ad abbassare di un minuto circa i miei tempi record sia sulla salita dei Tre Termini che sulla salita di Passabocche.
Ho anche scattato alcune foto mentre pedalavo sull'ultimo km del Colle San Zeno dal lato di Pisogne. Due settimane fa la neve era molta di più e i passaggi erano davvero spettacolari.
Prestigio 2009: Granfondo Selle Italia - Via del Sale
Ed eccomi qua a raccontare di domenica 5 aprile 2009.
Come solito, si comincia la stagione di gare amatoriali con la prima tappa del prestigio: la Granfondo Selle Italia.
Quest'anno il percorso è stato modificato: stando alle altimetrie è stato semplificato come dislivello totale ma leggermente indurito per quanto riguarda le pendenze.
Non saprei dare una mia opinione in quanto è stata una gara molto sofferta.
Nei tre giorni precedenti la granfondo ho sofferto un virus intestinale e dissenteria: sono arrivato alla mattina della gara in pessime condizioni. Non avevo energie (facevo fatica a salire un piano di scale).
Ho deciso comunque di onorare l'impegno e, pedalando con molta calma, sono arrivato in fondo alla gara.
Nei 30km di pianura all'inizio non sono riuscito a tenere la solita andatura da Granfondo (45km/h di media circa), e nemmeno nei 30 km finali.
Ho cercato di arrivare ai piedi della prima salita il più riposato possibile: purtroppo non è stato sufficiente e nelle salite sono salito con un passo davvero troppo lento rispetto ai miei standard.
Il risultato finale è stato pessimo: sono arrivato 1616° su 1797 in 6 ore e 6 minuti circa.
L'anno scorso, con una condizione atletica simile a quella di quest anno, ma senza i problemi intestinali, mi sono piazzato 238° su 1848 in 4 ore e 40 minuti circa.
Che dire... Per come si sono messe le cose, l'obiettivo era di arrivare in fondo entro il tempo massimo e ce l'ho fatta.
Adesso sono guarito e guardo con fiducia ai prossimi impegni.
Domenica 19 sono impegnato alla GF Stockalper in compagnia di un compagno di squadra. Non essendo del Prestigio penso di prendermela comoda e fare una piacevole passeggiata.
Il primo maggio invece mi attende la Dieci Colli, classica bolognese.
A presto
Come solito, si comincia la stagione di gare amatoriali con la prima tappa del prestigio: la Granfondo Selle Italia.
Quest'anno il percorso è stato modificato: stando alle altimetrie è stato semplificato come dislivello totale ma leggermente indurito per quanto riguarda le pendenze.
Non saprei dare una mia opinione in quanto è stata una gara molto sofferta.
Nei tre giorni precedenti la granfondo ho sofferto un virus intestinale e dissenteria: sono arrivato alla mattina della gara in pessime condizioni. Non avevo energie (facevo fatica a salire un piano di scale).
Ho deciso comunque di onorare l'impegno e, pedalando con molta calma, sono arrivato in fondo alla gara.
Nei 30km di pianura all'inizio non sono riuscito a tenere la solita andatura da Granfondo (45km/h di media circa), e nemmeno nei 30 km finali.
Ho cercato di arrivare ai piedi della prima salita il più riposato possibile: purtroppo non è stato sufficiente e nelle salite sono salito con un passo davvero troppo lento rispetto ai miei standard.
Il risultato finale è stato pessimo: sono arrivato 1616° su 1797 in 6 ore e 6 minuti circa.
L'anno scorso, con una condizione atletica simile a quella di quest anno, ma senza i problemi intestinali, mi sono piazzato 238° su 1848 in 4 ore e 40 minuti circa.
Che dire... Per come si sono messe le cose, l'obiettivo era di arrivare in fondo entro il tempo massimo e ce l'ho fatta.
Adesso sono guarito e guardo con fiducia ai prossimi impegni.
Domenica 19 sono impegnato alla GF Stockalper in compagnia di un compagno di squadra. Non essendo del Prestigio penso di prendermela comoda e fare una piacevole passeggiata.
Il primo maggio invece mi attende la Dieci Colli, classica bolognese.
A presto
Fine stagione ciclistica 2008
Ebbene sì, un altro anno ciclistico è passato ed è ora di tirare le somme.
L'obiettivo principale dell'anno, ovvero raggiungere il traguardo del Prestigio 2008, è stato raggiunto.
Quest'anno la stagione è stata lunga e mi ha tenuto impegnato fisicamente e mentalmente fino a fine agosto (Oetztaler Radmarathon), mentre nel 2007 l'ultimo impegno era a inizio luglio.
Ho partecipato a 8 granfondo: meno del previsto, ma quest'anno è stao flagellato dal maltempo. Ho saltato tre gare per pioggia e una per mancanza di voglia.
Due gare molto impegnative e spettacolari del prestigio sotto la pioggia (Campagnolo e Carnia Classic), ma le ho portate a termine seppure con gande fatica.
La lista delle gare a cui partecipato:
Di queste ben quattro erano nuove per me, quindi ho conosciuto nuovi posti.
Della Oetztaler ho già scritto e ci ho lasciato il cuore: l'anno prossimo parteciperò nuovamente!
Per il resto i numeri di questa stagione sono buoni ma non eccellenti:
Nel 2009 mi toccherà impegnarmi di più!
Non ho ancora deciso gli obiettivi, ma sicuramente vorrei riprovare il Prestigio. Forse farò una visita alle salite Svizzere e Austriache, magari una granfondo in Francia sui percorsi del Tour. Chissà !
L'obiettivo principale dell'anno, ovvero raggiungere il traguardo del Prestigio 2008, è stato raggiunto.
Quest'anno la stagione è stata lunga e mi ha tenuto impegnato fisicamente e mentalmente fino a fine agosto (Oetztaler Radmarathon), mentre nel 2007 l'ultimo impegno era a inizio luglio.
Ho partecipato a 8 granfondo: meno del previsto, ma quest'anno è stao flagellato dal maltempo. Ho saltato tre gare per pioggia e una per mancanza di voglia.
Due gare molto impegnative e spettacolari del prestigio sotto la pioggia (Campagnolo e Carnia Classic), ma le ho portate a termine seppure con gande fatica.
La lista delle gare a cui partecipato:
- Granfondo Laigueglia
- Granfondo Selle Italia
- Granfondo 10 colli
- Granfondo Felice Gimondi
- Granfondo Campagnolo
- Granfondo Carnia Classic
- Granfondo Pinarello
- Oetztaler Radmarathon
Di queste ben quattro erano nuove per me, quindi ho conosciuto nuovi posti.
Della Oetztaler ho già scritto e ci ho lasciato il cuore: l'anno prossimo parteciperò nuovamente!
Per il resto i numeri di questa stagione sono buoni ma non eccellenti:
- 12100 km percorsi su strada (1000 in meno del 2007, ma il maltempo mi ha tenuto fermo parecchio)
- Scalata dello Stelvio da Prato (finalmente!)
- Prestazioni in salita in linea con quelle del 2007 (anche se speravo in un miglioramento)
Nel 2009 mi toccherà impegnarmi di più!
Non ho ancora deciso gli obiettivi, ma sicuramente vorrei riprovare il Prestigio. Forse farò una visita alle salite Svizzere e Austriache, magari una granfondo in Francia sui percorsi del Tour. Chissà !
Oetztaler Radmarathon
A distanza di un mese circa, scrivo dei quattro giorni passati in Austria a fine agosto, per la precisione a Soelden, in occasione di una bellissima quanto impoegnativa granfondo inserita nel circuito del prestigio già da vari anni: la Oetztaler Radmarathon
Sono partito venerdì dopo pranzo alla volta di Soelden e per arrivarci c'è una sola strada: salire il passo del Rombo da S. Leonardo in Passiria. Tale passo è anche l'ultima salita delle gara: si tratta solo di una salitina di 29 km e 1800m di dislivello (praticamente uno Stelvio un pò facilitato dalla presenza di un tratto centrale di falsopiano)
Arrivo a Soelden nel pomeriggio inoltrato e mi sistemo in camera. In quella in parte alloggia Joachim, un ciclista tedesco (ma parla bene l'inglese), che mi è stato di grande aiuto e compagnia, vista la mia totale ignoranza della lingua tedesca.
In serata andiamo a ritirare il pacco gara e ci rechiamo a cena in uno dei vari ristoranti del paese.
Sabato, dopo la colazione alle 8.00, decidiamo di fare una passeggiata in bicicletta a Vent, una quarantina di chilometricon questa salita fatta a ritmo molto blando.
Poi nel pomeriggio mi dedico alle spese, acquistando alcuni prodotti tipici locali, e dopo una buona cena, vado a nanna.
Il giorno successivo, la sveglia suona impietosa alle 5. Colazione abbondante, preparo tutto e mi reco in griglia.
Alle 6.45 si parte. I primi chilometri vanno da Soelden ad Oezt e sono in leggera discesa o pianura. Fa ancora freddo e c'è parecchio vento: per me è stato importante sacrificare un po' di posizione pur di stare al coperto ed arrivare alla prima salita ancora pieno di energie.
La prima salita, il Kuthai Sattel è lunga, in parecchi punti le pendenze sono impegnative e molla solo nel tratto centrale. Come spesso accade nelle granfondo più affollate, si fa in mezzo a tanti altri ciclisti: salgo piano, un po' per salvare le energie, un po' perchè fare lo slalom per sorpassare gli altri partecipanti sarebbe troppo dispendioso.
Arrivo in cima in circa 1h19' (tempo non malvagio, contando che l'ho fatto davvero piano). Pipì, scatto una foto, faccio rifornimento di e riparto. La discesa dal Kuthai è velocissima: in alcuni punti si toccano i 100 km/h circa e si è spesso sopra gli 80 km/h; ma la strada è larga, pulita e mai tortuosa.
A fine discesa si passa per la periferia di Innsbruck e ci si immette sulla strada per il passo del Brennero: questa salità è molto lunga ma sale veramente poco. Di fatto è un lungo tratto di falsopiano con alcuni strappetti. Qui è di estrema importanza trovare un gruppetto che permetta di non prendere vento e che tenga un ritmo buono ma non forsennato: quello che si risparmia o si spende sul Brennero è fondamentale per il resto della corsa. In cima al passo mi fermo e mangio qualcosa.
La discesa verso Vipiteno è un po' come la salita dalla parte di Innsbruck: poco in pendenza e da pedalare. Anche in questo caso è importante trovare un gruppo con cui dividere la discesa.
A vipiteno inizia la terza salite: il passo del Giovo. 15 km circa di salita regolare senza punte elevate ma anche senza molti punti di respiro. Presa da sola credo sarebbe davvero una bella "salita da tempo". Durante la Oetztaler è d'obbligo amministrare le ormai non tantissime energie a disposizione. Sono salito con regolarità .
Gli scorci degli ultimi chilometri meritano parecchio (come anche quelli del Kuthai e del Rombo, mentre il Brennero non mi è piaciuto proprio).
La discesa del Giovo invece è probabilmente una delle più belle discese che abbia mai fatto.
Molto tecnica e abbastanza veloce, tornati, curvoni, cambi di direzione, traffico quasi nullo e asfalto in buone condizioni: il sogno di ogni discesista!
Finita la discesa (mio malgrado) arriva lo spuracchio di giornata: il passo del Rombo.
A distanza di un mese faccio ancora fatica a descrivere tutte le emozioni, gli stati d'animo che si sono succeduti nelle 2 ore e 17 minuti della scalata.
Lo scoramento iniziale perchè la salita è ancora lunghissima e le gambe non vogliono più spingere.
Le incongite del tratto centrale in cui si cerca di riposare.
La determinazione per ripartire dopo il ristoro posto un po' dopo metà salita.
La fatica immane, l'essere al limite della sopportazione fisica e mentale, la grinta e la ricerca di ogni minima energia residua per fare gli ultimi sette chilometri fino al tunnel (circa 9% medio).
La soddisfazione di arrivare al valico.
La discesa e l'ultimo, bastardo, colpo di coda costituito dai due chilometri di strappo finale.
La lunga discesa e l'ingresso a Soelden, in mezzo a due ali di folla, con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di eccezionale...
Per finire: giornata perfetta, organizzazione perfetta.
Sto già pensando all'edizione dell'anno prossimo.
Nel frattempo mi sono arrivate le foto
Sono partito venerdì dopo pranzo alla volta di Soelden e per arrivarci c'è una sola strada: salire il passo del Rombo da S. Leonardo in Passiria. Tale passo è anche l'ultima salita delle gara: si tratta solo di una salitina di 29 km e 1800m di dislivello (praticamente uno Stelvio un pò facilitato dalla presenza di un tratto centrale di falsopiano)
Arrivo a Soelden nel pomeriggio inoltrato e mi sistemo in camera. In quella in parte alloggia Joachim, un ciclista tedesco (ma parla bene l'inglese), che mi è stato di grande aiuto e compagnia, vista la mia totale ignoranza della lingua tedesca.
In serata andiamo a ritirare il pacco gara e ci rechiamo a cena in uno dei vari ristoranti del paese.
Sabato, dopo la colazione alle 8.00, decidiamo di fare una passeggiata in bicicletta a Vent, una quarantina di chilometricon questa salita fatta a ritmo molto blando.
Poi nel pomeriggio mi dedico alle spese, acquistando alcuni prodotti tipici locali, e dopo una buona cena, vado a nanna.
Il giorno successivo, la sveglia suona impietosa alle 5. Colazione abbondante, preparo tutto e mi reco in griglia.
Alle 6.45 si parte. I primi chilometri vanno da Soelden ad Oezt e sono in leggera discesa o pianura. Fa ancora freddo e c'è parecchio vento: per me è stato importante sacrificare un po' di posizione pur di stare al coperto ed arrivare alla prima salita ancora pieno di energie.
La prima salita, il Kuthai Sattel è lunga, in parecchi punti le pendenze sono impegnative e molla solo nel tratto centrale. Come spesso accade nelle granfondo più affollate, si fa in mezzo a tanti altri ciclisti: salgo piano, un po' per salvare le energie, un po' perchè fare lo slalom per sorpassare gli altri partecipanti sarebbe troppo dispendioso.
Arrivo in cima in circa 1h19' (tempo non malvagio, contando che l'ho fatto davvero piano). Pipì, scatto una foto, faccio rifornimento di e riparto. La discesa dal Kuthai è velocissima: in alcuni punti si toccano i 100 km/h circa e si è spesso sopra gli 80 km/h; ma la strada è larga, pulita e mai tortuosa.
A fine discesa si passa per la periferia di Innsbruck e ci si immette sulla strada per il passo del Brennero: questa salità è molto lunga ma sale veramente poco. Di fatto è un lungo tratto di falsopiano con alcuni strappetti. Qui è di estrema importanza trovare un gruppetto che permetta di non prendere vento e che tenga un ritmo buono ma non forsennato: quello che si risparmia o si spende sul Brennero è fondamentale per il resto della corsa. In cima al passo mi fermo e mangio qualcosa.
La discesa verso Vipiteno è un po' come la salita dalla parte di Innsbruck: poco in pendenza e da pedalare. Anche in questo caso è importante trovare un gruppo con cui dividere la discesa.
A vipiteno inizia la terza salite: il passo del Giovo. 15 km circa di salita regolare senza punte elevate ma anche senza molti punti di respiro. Presa da sola credo sarebbe davvero una bella "salita da tempo". Durante la Oetztaler è d'obbligo amministrare le ormai non tantissime energie a disposizione. Sono salito con regolarità .
Gli scorci degli ultimi chilometri meritano parecchio (come anche quelli del Kuthai e del Rombo, mentre il Brennero non mi è piaciuto proprio).
La discesa del Giovo invece è probabilmente una delle più belle discese che abbia mai fatto.
Molto tecnica e abbastanza veloce, tornati, curvoni, cambi di direzione, traffico quasi nullo e asfalto in buone condizioni: il sogno di ogni discesista!
Finita la discesa (mio malgrado) arriva lo spuracchio di giornata: il passo del Rombo.
A distanza di un mese faccio ancora fatica a descrivere tutte le emozioni, gli stati d'animo che si sono succeduti nelle 2 ore e 17 minuti della scalata.
Lo scoramento iniziale perchè la salita è ancora lunghissima e le gambe non vogliono più spingere.
Le incongite del tratto centrale in cui si cerca di riposare.
La determinazione per ripartire dopo il ristoro posto un po' dopo metà salita.
La fatica immane, l'essere al limite della sopportazione fisica e mentale, la grinta e la ricerca di ogni minima energia residua per fare gli ultimi sette chilometri fino al tunnel (circa 9% medio).
La soddisfazione di arrivare al valico.
La discesa e l'ultimo, bastardo, colpo di coda costituito dai due chilometri di strappo finale.
La lunga discesa e l'ingresso a Soelden, in mezzo a due ali di folla, con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di eccezionale...
Per finire: giornata perfetta, organizzazione perfetta.
Sto già pensando all'edizione dell'anno prossimo.
Nel frattempo mi sono arrivate le foto
Stelvio
Da quando ho iniziato ad andare in bicicletta su strada con una certa regolarità , tra i tanti obiettivi (partecipare a granfondo, mantenermi in forma, ottenere buone prestazioni atletiche) mi sono promesso di visitare e scalare con la bicicletta le salite che hanno fatto la storia del ciclismo.
Vivendo in Lombardia, ho avuto la possibilità , in gara o per semplice passeggiata, di scalare alcune salite famose: Gavia, Mortirolo, Manghen, Montecampione, Vivione, Zoncolan, Giau, Pordoi, Gardena, Sella, Falzarego, Duran, Valles, Staulanza, Giovo, Rombo, Brennero.
Mi mancava sicuramente lo Stelvio: così, in compagnia dell'amico e compagno di squadra Matteo, ho deciso che era ora di mettere a curriculum anche questa salita il 10 agosto 2008.
Ritrovo al casello dell'autostrada A4 alle 6.30 e via che si parte: verso le 9.15 arriviamo a qualche chilometro da Prato allo Stelvio, parcheggiamo e ci prepariamo. Il giorno prima ho fatto un lungo con parecchia salita (preparazione della Oetztaler Radmarathon dopo il rientro dalle ferie) e non sono in gran forma.
Comunque facciamo qualche chilometro di avvicinamento per scaldarci e poi attacchiamo la salita. Da subito parto con un ritmo non troppo alto: l'accordo è che ognuno sale al ritmo che preferisce e ci si aspetta in cima.
La salita inizia tranquilla e abbastanza regolare, sono quasi le 10 di mattina, il sole ancora non sbuca dalle montagne attorno e in parte alla strada scorre un fiume: fa freddo, nonostante sia il dieci agosto e il tempo meterologico sia eccellente.
Continuo a salire fino a Gomagoi e fino all'hotel Belvedere: qui iniziano i tornanti e foro il copertone posteriore.
Mi fermo a cambiare, mentre mi raggiungono tutti i ciclisti sorpassati; nel ripartire mi raggiunge anche Matteo.
Riparto di slancio e... bè, è difficile descrivere lo Stelvio a parole: lo spettacolo che si può ammirare dopo Trafoi è notevole e andrebbe vissuto di persona.
I famosi 48 tornanti sembrano non finire mai, la strada sale a pendenze non banali (regolari intorno al 8-9%), ma se si riesce a trovare il ritmo giusto non è impossibile. L'ultimo tratto che si inerpica sulla montagna è davvero spettacolare. Ciclisticamente parlando, però, è una bella mazzata psicologica aver fatto già 15 km e vederne davanti altri dieci che si arrampicano letteralmente su un versante della montagna.
Alla fine giungo in vetta: in attesa di Matteo scendo dall'altro versante fino alla casa cantoniera che divide il versante svizzero (passo dell'Umbrail) da quello valtellinese e risalgo. Nel frattempo arriva Matteo e scattiamo orgogliosi alcune foto. Mangiamo abbondantemente sul passo (che buoni i pizzoccheri!)Â e poi con calma scendiamo, fermandoci a scattare alcune foto
Vorrei ringraziare Matteo per la compagnia: è stata davvero splendida giornata .
Le foto scattate son disponibile sul sito di Matteo a questo indirizzo Foto Stelvio 2008
Il tempo di scalata, per quanto poco sia significativo, è stato di 1 ora e 51 minuti circa.
Ci sono alcune salite vorrei scalare nei prossimi anni; alcune sono anche inserite in granfondo o randonnè. Magari vi parrteciperò. In linea di massima però vorrei provare: Passo del Bernina, le alpi tra Italia e Francia (Lombarda, Izoard, Bonette, Sampeyre, Vars, Fauniera Agnello), Mont Ventoux, Alpe d'Huez, Galibier, Glandon...
Vivendo in Lombardia, ho avuto la possibilità , in gara o per semplice passeggiata, di scalare alcune salite famose: Gavia, Mortirolo, Manghen, Montecampione, Vivione, Zoncolan, Giau, Pordoi, Gardena, Sella, Falzarego, Duran, Valles, Staulanza, Giovo, Rombo, Brennero.
Mi mancava sicuramente lo Stelvio: così, in compagnia dell'amico e compagno di squadra Matteo, ho deciso che era ora di mettere a curriculum anche questa salita il 10 agosto 2008.
Ritrovo al casello dell'autostrada A4 alle 6.30 e via che si parte: verso le 9.15 arriviamo a qualche chilometro da Prato allo Stelvio, parcheggiamo e ci prepariamo. Il giorno prima ho fatto un lungo con parecchia salita (preparazione della Oetztaler Radmarathon dopo il rientro dalle ferie) e non sono in gran forma.
Comunque facciamo qualche chilometro di avvicinamento per scaldarci e poi attacchiamo la salita. Da subito parto con un ritmo non troppo alto: l'accordo è che ognuno sale al ritmo che preferisce e ci si aspetta in cima.
La salita inizia tranquilla e abbastanza regolare, sono quasi le 10 di mattina, il sole ancora non sbuca dalle montagne attorno e in parte alla strada scorre un fiume: fa freddo, nonostante sia il dieci agosto e il tempo meterologico sia eccellente.
Continuo a salire fino a Gomagoi e fino all'hotel Belvedere: qui iniziano i tornanti e foro il copertone posteriore.
Mi fermo a cambiare, mentre mi raggiungono tutti i ciclisti sorpassati; nel ripartire mi raggiunge anche Matteo.
Riparto di slancio e... bè, è difficile descrivere lo Stelvio a parole: lo spettacolo che si può ammirare dopo Trafoi è notevole e andrebbe vissuto di persona.
I famosi 48 tornanti sembrano non finire mai, la strada sale a pendenze non banali (regolari intorno al 8-9%), ma se si riesce a trovare il ritmo giusto non è impossibile. L'ultimo tratto che si inerpica sulla montagna è davvero spettacolare. Ciclisticamente parlando, però, è una bella mazzata psicologica aver fatto già 15 km e vederne davanti altri dieci che si arrampicano letteralmente su un versante della montagna.
Alla fine giungo in vetta: in attesa di Matteo scendo dall'altro versante fino alla casa cantoniera che divide il versante svizzero (passo dell'Umbrail) da quello valtellinese e risalgo. Nel frattempo arriva Matteo e scattiamo orgogliosi alcune foto. Mangiamo abbondantemente sul passo (che buoni i pizzoccheri!)Â e poi con calma scendiamo, fermandoci a scattare alcune foto
Vorrei ringraziare Matteo per la compagnia: è stata davvero splendida giornata .
Le foto scattate son disponibile sul sito di Matteo a questo indirizzo Foto Stelvio 2008
Il tempo di scalata, per quanto poco sia significativo, è stato di 1 ora e 51 minuti circa.
Ci sono alcune salite vorrei scalare nei prossimi anni; alcune sono anche inserite in granfondo o randonnè. Magari vi parrteciperò. In linea di massima però vorrei provare: Passo del Bernina, le alpi tra Italia e Francia (Lombarda, Izoard, Bonette, Sampeyre, Vars, Fauniera Agnello), Mont Ventoux, Alpe d'Huez, Galibier, Glandon...
100, 100^2, Stelvio, Prestigio ed Oetztaler
Eccomi dopo altre tre settimane.Ebbene sì: questo è il post numero cento e lo uso per elencare un po' di eventi
In questo periodo sono riuscito a raggiungere alcuni traguardi:
In questo periodo sono riuscito a raggiungere alcuni traguardi:
- Post numero cento (appunto il 100 del titolo)
- Ho raggiunto i 10000 km percorsi in questa stagione (100^2 nel titolo)
- Ho finalmente scalato lo Stelvio, salita che non dovrebbe mai mancare nel curriculum di un ciclista
- Ho bissato il titolo di Prestigio 2008, con sette gare su dieci
- Ho partecipato e portato a termine la granfondo più dura d'Europa (o almeno considerata tale dalla grande maggioranza dei ciclisti)
Prestigio 2008: altre gare
Dopo tanto tempo ritorno a scrivere.
Adesso sono a quota sei gare del prestigio fatte su un minimo di sette.
Le ultime tre granfondo sono state impegnative e funestate dal maltempo.
Granfondo Campagnolo
La granfondo Campagnolo del 15 giugno 2008 mi è piaciuta parecchio: 218km e 5400m di dislivello circa.
Praticamente niente pianura, a parte qualche falsopiano e pochi chilometri intorno a Feltre in partenza ed arrivo.
In sequenza sono stati spianati: Forcella Franche, Passo Duran, Passo Valles, Passo Rolle, Passo Croce d'Aune.
Ho fatto tutto il Passo Valles e il Passo Rolle sotto acqua (a tratti mista neve). Tanto freddo, ma l'organizzazione è stata impeccabile, fornendo ai ciclisti infreddoliti guanti, teli di sopravvivenza e tanto tanto the bollente. Proprio grazie al thè sono arrivato in fondo senza congelarmi.
Probabilmente una delle più belle granfondo che abbia mai disputato.
Alla fine ho spuntato un 278° posto su 1625 classificati (gli ultimi in classifica hanno fatto un percorso modificato a causa del maltempo)
Granfondo Carnia Classic Zoncolan
Granfondo corta come chilometraggio, ma con in mezzo un certo Monte Zoncolan, famoso per essere una delle salite più dure d'Europa.
Le classifiche online la valutano più dura del mortirolo e sono d'accordo. Detto questo, alla granfondo Marco Pantani del 2007 ho sofferto di più il Mortirolo fatto dopo il Gavia, che lo Zoncolan fatto dopo la Sella Casera Razzo alla Carnia Classic Zoncolan.
Sulla prima salita di Casera Razzo ho preso acqua e grandine. Ho percorso lo Zoncolan in 1h 06' 06" piazzandomi 95° su 1100 circa nella classifica di cronoscalata.
Purtroppo nella discesa dello Zoncolan, sotto una pioggia torrenziale, ho bucato ben due volte. Sono ricorso all'assistenza meccanica in fondo allo Zoncolan. Ho perso un sacco di tempo e sono stato deviato su un percorso intermedio istituito sul momento dall'organizzazione a causa del maltempo.
A parte il maltempo e la deviazione di percorso (che resta comunque valida per il Prestigio) è stato un bel weekend. La soddisfazione per aver fatto lo Zoncolan in un tempo interessante è parecchia.
Granfondo Pinarello
Non fa proprio per me: troppo piatta e veloce. Ho partecipato solo per far numero per il Prestigio.
200km per 2700m di dislivello circa. Solo una salita lunga: il Nevegal. Paesaggi per lo più collinari a parte il passaggio finale del Passo San Boldo che si inerpica sulla montagna con tornanti e gallerie.
Per il resto, da metà gara in poi, esclusa l'ultima salita della Presa XIV del Montello è sufficiente trovare un buon gruppo, darsi cambi regolare e si fila via ai 40 km/h di media senza accorgersi.
Alla fine sono arrivato 328° su 1436 classificata sul percorso lungo.
Alla fine mi manca solo una gara per il Prestigio: l'obiettivo è di portare a termine la Oetztaler Radmarathon, gara durissima di 238km con 5300m di dislivello. La prenderò con calma!
Adesso sono a quota sei gare del prestigio fatte su un minimo di sette.
Le ultime tre granfondo sono state impegnative e funestate dal maltempo.
Granfondo Campagnolo
La granfondo Campagnolo del 15 giugno 2008 mi è piaciuta parecchio: 218km e 5400m di dislivello circa.
Praticamente niente pianura, a parte qualche falsopiano e pochi chilometri intorno a Feltre in partenza ed arrivo.
In sequenza sono stati spianati: Forcella Franche, Passo Duran, Passo Valles, Passo Rolle, Passo Croce d'Aune.
Ho fatto tutto il Passo Valles e il Passo Rolle sotto acqua (a tratti mista neve). Tanto freddo, ma l'organizzazione è stata impeccabile, fornendo ai ciclisti infreddoliti guanti, teli di sopravvivenza e tanto tanto the bollente. Proprio grazie al thè sono arrivato in fondo senza congelarmi.
Probabilmente una delle più belle granfondo che abbia mai disputato.
Alla fine ho spuntato un 278° posto su 1625 classificati (gli ultimi in classifica hanno fatto un percorso modificato a causa del maltempo)
Granfondo Carnia Classic Zoncolan
Granfondo corta come chilometraggio, ma con in mezzo un certo Monte Zoncolan, famoso per essere una delle salite più dure d'Europa.
Le classifiche online la valutano più dura del mortirolo e sono d'accordo. Detto questo, alla granfondo Marco Pantani del 2007 ho sofferto di più il Mortirolo fatto dopo il Gavia, che lo Zoncolan fatto dopo la Sella Casera Razzo alla Carnia Classic Zoncolan.
Sulla prima salita di Casera Razzo ho preso acqua e grandine. Ho percorso lo Zoncolan in 1h 06' 06" piazzandomi 95° su 1100 circa nella classifica di cronoscalata.
Purtroppo nella discesa dello Zoncolan, sotto una pioggia torrenziale, ho bucato ben due volte. Sono ricorso all'assistenza meccanica in fondo allo Zoncolan. Ho perso un sacco di tempo e sono stato deviato su un percorso intermedio istituito sul momento dall'organizzazione a causa del maltempo.
A parte il maltempo e la deviazione di percorso (che resta comunque valida per il Prestigio) è stato un bel weekend. La soddisfazione per aver fatto lo Zoncolan in un tempo interessante è parecchia.
Granfondo Pinarello
Non fa proprio per me: troppo piatta e veloce. Ho partecipato solo per far numero per il Prestigio.
200km per 2700m di dislivello circa. Solo una salita lunga: il Nevegal. Paesaggi per lo più collinari a parte il passaggio finale del Passo San Boldo che si inerpica sulla montagna con tornanti e gallerie.
Per il resto, da metà gara in poi, esclusa l'ultima salita della Presa XIV del Montello è sufficiente trovare un buon gruppo, darsi cambi regolare e si fila via ai 40 km/h di media senza accorgersi.
Alla fine sono arrivato 328° su 1436 classificata sul percorso lungo.
Alla fine mi manca solo una gara per il Prestigio: l'obiettivo è di portare a termine la Oetztaler Radmarathon, gara durissima di 238km con 5300m di dislivello. La prenderò con calma!
Prestigio 2008: si ricomincia!
Domenica 6 aprile ho disputato la prima prova valida per il circuito Prestigio 2008.
Si tratta della 12° edizione della Granfondo Selle Italia - Via del Sale con partenza a Cervia, in Romagna, e tre percorsi di diversa lunghezza e difficoltà . Io, per puntare al Prestigio 2008, sono obbligato a portare a termine il percorso lungo di 153 km e circa 2200m di dislivello, ormai invariato da anni.
Come ogni weekend di granfondo, trasferimento in auto il sabato, ritiro del pacco gara, sgambata nei dintorni di Cervia, cena in albergo e a letto presto.
La sveglia suone impietosa alle 6.00. Colazione abbondante e chiacchierata con un altro ciclista che punta al percorso lungo.
Mi reco in griglia abbastanza presto, ma già ci sono parecchi ciclisti. Rispetto al 2007 ho un pettorale più basso (1262) e sono abbastanza avanti come griglia.
La partenza è puntuale alle 8.00 e, come ormai sono abituato, a ritmi indiavolati dal primo chilometro. Si viaggia in gruppo ai 45 km/h di media.
Qualche ciclista mi supera da dietro, altri ne supero io e nei primi 30 km di pianura si formano i primi gruppi. Il percorso infatti prevede 30 km piatti in cui i ciclisti si allontanano dal mare e si dirigono verso gli appennini. Fatte un po' di salite, si torna indietro percorrendo altri 30 km di pianura.
Ricordando la "cotta" dell'anno scorso cerco di non forzare mai troppo in salita e di alimentarmi nei momenti giusti. Quest'anno infatti non vado in crisi negli ultimi chilometri di salita.
Nel corso della granfondo incontro un po' di ragazzi del forum: CarbonIena, Peval, Hard_Climber, Clodovico
Alla fine arrivo 270° su 1868 classificati sul percorso lungo, mentre il tempo impiegato è di circa 4h 50'.
L'anno scorso, seppure più avanti con la preparazione e più "tirato" in termini di peso e muscoli, ho impiegato qualche minuto in più ed ero arrivato 367°, per colpa di una crisi di fame e stanchezza nel tratto di pianura finale.
Non posso che essere contento di aver iniziato il Prestigio così bene, anzi spero di non averlo iniziato troppo bene e pentirmi quest'estate.
Come ultima nota: quest'anno l'organizzazione è peggiorata rispetto al 2007. Alcuni episodi significativi
Spero proprio che nei prossimi anni non accadano più episodi del genere, altrimenti penso di abbandonare questa granfondo.
Si tratta della 12° edizione della Granfondo Selle Italia - Via del Sale con partenza a Cervia, in Romagna, e tre percorsi di diversa lunghezza e difficoltà . Io, per puntare al Prestigio 2008, sono obbligato a portare a termine il percorso lungo di 153 km e circa 2200m di dislivello, ormai invariato da anni.
Come ogni weekend di granfondo, trasferimento in auto il sabato, ritiro del pacco gara, sgambata nei dintorni di Cervia, cena in albergo e a letto presto.
La sveglia suone impietosa alle 6.00. Colazione abbondante e chiacchierata con un altro ciclista che punta al percorso lungo.
Mi reco in griglia abbastanza presto, ma già ci sono parecchi ciclisti. Rispetto al 2007 ho un pettorale più basso (1262) e sono abbastanza avanti come griglia.
La partenza è puntuale alle 8.00 e, come ormai sono abituato, a ritmi indiavolati dal primo chilometro. Si viaggia in gruppo ai 45 km/h di media.
Qualche ciclista mi supera da dietro, altri ne supero io e nei primi 30 km di pianura si formano i primi gruppi. Il percorso infatti prevede 30 km piatti in cui i ciclisti si allontanano dal mare e si dirigono verso gli appennini. Fatte un po' di salite, si torna indietro percorrendo altri 30 km di pianura.
Ricordando la "cotta" dell'anno scorso cerco di non forzare mai troppo in salita e di alimentarmi nei momenti giusti. Quest'anno infatti non vado in crisi negli ultimi chilometri di salita.
Nel corso della granfondo incontro un po' di ragazzi del forum: CarbonIena, Peval, Hard_Climber, Clodovico
Alla fine arrivo 270° su 1868 classificati sul percorso lungo, mentre il tempo impiegato è di circa 4h 50'.
L'anno scorso, seppure più avanti con la preparazione e più "tirato" in termini di peso e muscoli, ho impiegato qualche minuto in più ed ero arrivato 367°, per colpa di una crisi di fame e stanchezza nel tratto di pianura finale.
Non posso che essere contento di aver iniziato il Prestigio così bene, anzi spero di non averlo iniziato troppo bene e pentirmi quest'estate.
Come ultima nota: quest'anno l'organizzazione è peggiorata rispetto al 2007. Alcuni episodi significativi
- Il furgone proprio dopo la partenza
- Una transenna in mezzo alla corsia in una curva, ancora a Cervia
- La sabbia sui tornanti della prima discesa.
Spero proprio che nei prossimi anni non accadano più episodi del genere, altrimenti penso di abbandonare questa granfondo.
Prestigio!
A causa di impegni vari, riprendo a scrivere in questo blog con un mese di ritardo.
il primo luglio ho partecipato alla granfondo "Maratona delle Dolomiti" percorrendo il percorso lungo di 138km.
Con questa partecipazione ho raggiunto l'obiettivo minimo di 7 percorsi lunghi scelti tra 10 percorsi lunghi delle più famose granfondo.
Note positive:
Note negative:
Nonostante questo sono molto contento di aver raggiunto l'obiettivo alla settima granfondo su dieci. Ho avuto alcune difficoltà in alcune gare, ma la soddisfazione è tanta.
L'obiettivo per l'anno prossimo è di partecipare a tutte e dieci le prove del prestigio. Oltre a questo mi piacerebbe migliorare le prestazioni di quest'anno.
il primo luglio ho partecipato alla granfondo "Maratona delle Dolomiti" percorrendo il percorso lungo di 138km.
Con questa partecipazione ho raggiunto l'obiettivo minimo di 7 percorsi lunghi scelti tra 10 percorsi lunghi delle più famose granfondo.
Note positive:
- l'anno prossimo potrò portare lo scudetto tricolore riservato ai soli Prestigiosi;
- potrò partire più avanti in griglia;
- non sarò soggetto alle estrazioni per partecipare alla Maratona delle Dolomiti.
Note negative:
- affrontare il prestigio richiede notevoli sforzi fisici ed infatti adesso sono stanco e necessito di un po' di riposo;
- le spese per iscriversi alle gare, per alloggiare durante il weekend delle gare, per lo spostamento in automobile non sono banali
Nonostante questo sono molto contento di aver raggiunto l'obiettivo alla settima granfondo su dieci. Ho avuto alcune difficoltà in alcune gare, ma la soddisfazione è tanta.
L'obiettivo per l'anno prossimo è di partecipare a tutte e dieci le prove del prestigio. Oltre a questo mi piacerebbe migliorare le prestazioni di quest'anno.
Granfondo Marco Pantani
Il nome è tutto un programma. Le salita sono tra le più famose e leggendarie della storia del Giro d'Italia.
Il Passo di Gavia reso leggendario dalla tormenta di neve del 1988.
Il passo del Mortirolo, teatro delle imprese di Pantani e di Gotti.
Il valico di S. Cristina (solo gli ultimi 7 km dell'altimetria), lungo il quale, nel 1994, sua maestà Miguel Indurain andò in crisi in seugito ad un attacco di Marco Pantani.
La granfondo Marco Pantani percorre queste tre salite dal loro versante "duro e puro". Il percorso passa per queste località :
Aprica, Edolo, Ponte di Legno, Passo di Gavia, Bormio, Mazzo, Passo del Mortirolo, Trivigno, Aprica, Valico di S. Cristina, Aprica.
Sono 172km circa per poco meno di 4200m di dislivello.
Ho partecipato a questa granfondo il 24 giugno 2007, la domenica successiva alla GF Campagnolo. E' stata molto molto dura, soprattutto perchè il Mortirolo spacca veramente le gambe con i suoi 12.5 km al 10% medio.
Il valico di S. Cristina, seppure meno impegnativa del Mortirolo, è un vero e proprio calvario se percorsa con le gambe già distrutte da Gavia e Mortirolo.
Da Edolo alla cima del Gavia sono salito con relativa calma per tenere un po' di energie.
Sul Mortirolo sono salito come potevo: rapporto piu' agile a disposizione e tanta sofferenza.
Sul S. Cristina ho messo nuovamente il rapporto più agile e sono salito con la forza della disperazione.
Alla fine il risultato è stato il seguente:
E con questa fanno 6 gare del Prestigio.
Il Passo di Gavia reso leggendario dalla tormenta di neve del 1988.
Il passo del Mortirolo, teatro delle imprese di Pantani e di Gotti.
Il valico di S. Cristina (solo gli ultimi 7 km dell'altimetria), lungo il quale, nel 1994, sua maestà Miguel Indurain andò in crisi in seugito ad un attacco di Marco Pantani.
La granfondo Marco Pantani percorre queste tre salite dal loro versante "duro e puro". Il percorso passa per queste località :
Aprica, Edolo, Ponte di Legno, Passo di Gavia, Bormio, Mazzo, Passo del Mortirolo, Trivigno, Aprica, Valico di S. Cristina, Aprica.
Sono 172km circa per poco meno di 4200m di dislivello.
Ho partecipato a questa granfondo il 24 giugno 2007, la domenica successiva alla GF Campagnolo. E' stata molto molto dura, soprattutto perchè il Mortirolo spacca veramente le gambe con i suoi 12.5 km al 10% medio.
Il valico di S. Cristina, seppure meno impegnativa del Mortirolo, è un vero e proprio calvario se percorsa con le gambe già distrutte da Gavia e Mortirolo.
Da Edolo alla cima del Gavia sono salito con relativa calma per tenere un po' di energie.
Sul Mortirolo sono salito come potevo: rapporto piu' agile a disposizione e tanta sofferenza.
Sul S. Cristina ho messo nuovamente il rapporto più agile e sono salito con la forza della disperazione.
Alla fine il risultato è stato il seguente:
- Lunghezza del percorso: 172.5km
- Dislivello: 4200m
- Tempo di gara: 7h 45m 58s
- Tempo reale: 7h 38m 52s
- Posizione assoluta: 446° su 1251
- Posizione di categoria: 36° su 60
E con questa fanno 6 gare del Prestigio.
Granfondo Campagnolo
Il 17 Giugno ho partecipato alla granfondo Campagnolo, sicuramente una delle granfondo più dure d'Italia e d'Europa.
Ecco i dati della granfondo: 215km, 4500m di dislivello, salite famose come il passo Manghen, il passo Rolle, il passo Croce d'Aune.
Come per le altre granfondo sono partito sabato mattina e mi sono recato al ritiro del pacco gara, che in questo caso si trovava a Feltre. In seguito ho preso possesso della stanza d'albergo in localtià Cesiomaggiore e sono partito per fare una sgambata in bici di un'ora e mezzo. Alle 17.00 mi sono recato all'appuntamento con alcuni ragazzi del forum a Feltre per fare due chiacchiere. Rientro a Cesiomaggiore, una buonissima pizza caprese con aggiunta di mozzarelline e prosciutto crudo. Poi spesa rapida in un supermarket per prendere un po' di dolci e varie altre cose da mangiare prima di andare a letto. In albergo leggo qualche pagina sgranocchiando i dolci e mi addormento presto perchè la partenza è fissata alla 6.45 e la sveglia per la colazione è alle 5.00.
Domenica mattina mi reco in grigia non molto prima della partenza, tanto sono in penultima griglia, con davanti moltissime persone. Il pettorale assegnatomi è il 1945.
Si parte abbstanza forte come al solito, ma ben presto la strada si fa ondulata e sapendo che il percorso lungo è molto impegnativo, l'andatura cala un po'.
Si arriva alla prima salita: Castel Tesino, tutt'altro che irresistibile ma da prendere con calma per non andare subito fuori giri. Per questo motivo salgo agile senza forzare ma non riesco a sorpassare moltissimi ciclisti. La salita è molto bella perchè si inerpica all'interno di una valle molto stretta (osservandola da sotto ho pensato: "ma da dove passa la strada?"'.)
Appena in fondo alla discesa di Castel Tesino inizia quasi subito la salita più dura di giornata: il passo Manghen. Sono "solo" 24 km di salita per circa 1600m di dislivello, una delle salite più lunghe del panorama alpino. Per fortuna non è cattiva da subito. Mi fermo per qualche secondo a riempire le borracce e riparto: se avessi saputo che a metà salita c'era un rifornimento non mi sarei fermato. Al ristoro prendo al volo una mezza banana che ingurgito velocemente. Nella seconda parte della salita le pendenze si fanno più serie, soprattutto negli utlimi 6 km, costantemente intorno al 9-10 %. Mi viene natuirale salire forte, nonostante la tattica di gara che mi ero prefissato prevedeva un Manghen fatto piano fino alla cima.
Durante la salita raggiungo alcuni forumendoli partiti davanti a me, nell'ordine: Chopper, Giubbe, Fabione e Nicola.
In cima al Manghen mi fermo a rifocillarmi un po' e mi butto in discesa: i primi km sono abbastanza impegnativi per la sede stradale un po' stretta e per il fondo non perfetto. Però la strada migliora e in alcuni punti raggiungo velocità elevate (a fine giornata il contachilometri segna un 89 km/h di velocità massima)
Alla fine della discesa si forma un gruppeto di circa 10-15 ciclisti con i quali percorro la val di Fiemme in leggerrissima salita fino all'attacco del passo Rolle. La salita è un po' anomala: inizia con pendenze non dolcissime ma poi spiana per un lungo tratto centrale durante il quale si costeggia uno spettacolare lago. Però la salita riprende negli ultimi km vado un po' in crisi. Riesco comunque ad arrivare in cima e mi fermo a mangiare un panino col prosciutto fornito dal ristoro.
Purtroppo le nuvole oscurano la vista delle spettacolari pale di S. Martino di Castrozza e non riesco a godere appieno del panorama. Poco male: riparto in discesa, affollata da numerosi motociclisti. Grazie ad un ciclista particolarmente bravo in discesa e buon conoscitore della discesa scendo molto veloce (alcuni motociclisti risultano anche essere d'intralcio in alcuni punti).
In fondo alla discesa si forma un gruppetto tirato da un passistone che non chiede praticamente mai cambi (complimenti!) e, passando per qualche lunga galleria bagnata e non illuminata (che paura!), si arriva a Ponte d'Oltra dove inizia il passo Croce d'Aune. La salita non è durissima ma inizio subito a faticare e perdo le ruote dei migliori del gruppetto. Gli ultimi km del Croce d'Aune, dalle pendenze abbastanza elevate, mi costringono a mettere il rapporto più agile che ho (fino ad ora l'ho usato solo sul Mortirolo da Mazzo). Finalmente arriva la fine del Croce d'Aune e subito dopo inizia l'ultimo strappo di Pren.
Da qui in poi tutta discesa fino a Feltre, dove ci sono gli ultimi 300m di salita per giungere all'arrivo nel centro storico di Feltre.
Ecco i dati della gara:
E' stata una faticaccia, probabilmente la più dura granfondo che abbia mai fatto. L'anno prossimo il percorso cambia diventando ancora più duro. Speriamo bene!
Ecco i dati della granfondo: 215km, 4500m di dislivello, salite famose come il passo Manghen, il passo Rolle, il passo Croce d'Aune.
Come per le altre granfondo sono partito sabato mattina e mi sono recato al ritiro del pacco gara, che in questo caso si trovava a Feltre. In seguito ho preso possesso della stanza d'albergo in localtià Cesiomaggiore e sono partito per fare una sgambata in bici di un'ora e mezzo. Alle 17.00 mi sono recato all'appuntamento con alcuni ragazzi del forum a Feltre per fare due chiacchiere. Rientro a Cesiomaggiore, una buonissima pizza caprese con aggiunta di mozzarelline e prosciutto crudo. Poi spesa rapida in un supermarket per prendere un po' di dolci e varie altre cose da mangiare prima di andare a letto. In albergo leggo qualche pagina sgranocchiando i dolci e mi addormento presto perchè la partenza è fissata alla 6.45 e la sveglia per la colazione è alle 5.00.
Domenica mattina mi reco in grigia non molto prima della partenza, tanto sono in penultima griglia, con davanti moltissime persone. Il pettorale assegnatomi è il 1945.
Si parte abbstanza forte come al solito, ma ben presto la strada si fa ondulata e sapendo che il percorso lungo è molto impegnativo, l'andatura cala un po'.
Si arriva alla prima salita: Castel Tesino, tutt'altro che irresistibile ma da prendere con calma per non andare subito fuori giri. Per questo motivo salgo agile senza forzare ma non riesco a sorpassare moltissimi ciclisti. La salita è molto bella perchè si inerpica all'interno di una valle molto stretta (osservandola da sotto ho pensato: "ma da dove passa la strada?"'.)
Appena in fondo alla discesa di Castel Tesino inizia quasi subito la salita più dura di giornata: il passo Manghen. Sono "solo" 24 km di salita per circa 1600m di dislivello, una delle salite più lunghe del panorama alpino. Per fortuna non è cattiva da subito. Mi fermo per qualche secondo a riempire le borracce e riparto: se avessi saputo che a metà salita c'era un rifornimento non mi sarei fermato. Al ristoro prendo al volo una mezza banana che ingurgito velocemente. Nella seconda parte della salita le pendenze si fanno più serie, soprattutto negli utlimi 6 km, costantemente intorno al 9-10 %. Mi viene natuirale salire forte, nonostante la tattica di gara che mi ero prefissato prevedeva un Manghen fatto piano fino alla cima.
Durante la salita raggiungo alcuni forumendoli partiti davanti a me, nell'ordine: Chopper, Giubbe, Fabione e Nicola.
In cima al Manghen mi fermo a rifocillarmi un po' e mi butto in discesa: i primi km sono abbastanza impegnativi per la sede stradale un po' stretta e per il fondo non perfetto. Però la strada migliora e in alcuni punti raggiungo velocità elevate (a fine giornata il contachilometri segna un 89 km/h di velocità massima)
Alla fine della discesa si forma un gruppeto di circa 10-15 ciclisti con i quali percorro la val di Fiemme in leggerrissima salita fino all'attacco del passo Rolle. La salita è un po' anomala: inizia con pendenze non dolcissime ma poi spiana per un lungo tratto centrale durante il quale si costeggia uno spettacolare lago. Però la salita riprende negli ultimi km vado un po' in crisi. Riesco comunque ad arrivare in cima e mi fermo a mangiare un panino col prosciutto fornito dal ristoro.
Purtroppo le nuvole oscurano la vista delle spettacolari pale di S. Martino di Castrozza e non riesco a godere appieno del panorama. Poco male: riparto in discesa, affollata da numerosi motociclisti. Grazie ad un ciclista particolarmente bravo in discesa e buon conoscitore della discesa scendo molto veloce (alcuni motociclisti risultano anche essere d'intralcio in alcuni punti).
In fondo alla discesa si forma un gruppetto tirato da un passistone che non chiede praticamente mai cambi (complimenti!) e, passando per qualche lunga galleria bagnata e non illuminata (che paura!), si arriva a Ponte d'Oltra dove inizia il passo Croce d'Aune. La salita non è durissima ma inizio subito a faticare e perdo le ruote dei migliori del gruppetto. Gli ultimi km del Croce d'Aune, dalle pendenze abbastanza elevate, mi costringono a mettere il rapporto più agile che ho (fino ad ora l'ho usato solo sul Mortirolo da Mazzo). Finalmente arriva la fine del Croce d'Aune e subito dopo inizia l'ultimo strappo di Pren.
Da qui in poi tutta discesa fino a Feltre, dove ci sono gli ultimi 300m di salita per giungere all'arrivo nel centro storico di Feltre.
Ecco i dati della gara:
- Lunghezza percorso: 215
- Dislivello: circa 4500m
- Tempo Ufficiale 8:19:17.05
- Tempo Reale 8:15:02.70
- Media: Km/h 25,92
- Pettorale: 1945
- Posizione assoluta: 402° su 1701
- Posizione di categoria: 47° su 110
E' stata una faticaccia, probabilmente la più dura granfondo che abbia mai fatto. L'anno prossimo il percorso cambia diventando ancora più duro. Speriamo bene!
Granfondo 10 Colli Bolognesi: e due!
Ed eccomi qua a parlare della seconda granfondo del 2007: la ventitreesima edizione della granfondo Dieci Colli Bolognesi, il giorno martedì primo maggio 2007.
Lunedì mattina sono partito alla volta di Bologna. Appena arrivato mi sono districato nella città e mi sono presentato all'agenzia di viaggi per sistemare il pernottamento. Poi ho ritirato il pacco gara e mi sono recato in Hotel. Infine ho preparato la bicicletta per la gara. Nel tardo pomeriggio mi sono recato alla partenza per visionare il percorso.
Ho poi fatto due passi in giro per la città per gustarmi un gelato e per comprare anche un libro.
A seguire cena e subito a letto perchè la sveglia sarebbe suonata presto il giorno successivo (6.00)
La mattina, dopo un'abbondante colazione, preparo la valigia e mi reco nella mia griglia: la seconda, avendo un pettorale abbastanza elevato (1402)
Come sempre le griglie vengono scavalcate dai soliti furbetti, ma va bè, ormai ci sono abituato.
Pronti via: i primi chilometri, tutti in pianura, passano velcoe, anche perchè il gruppo compatto viaggia ad alta andatura.
Arriva presto la prima salita e mi obbliga a salire deciso ma non troppo forte: di salite ce ne sono ben dieci e non è il caso di forzare da subito. Nonostante ciò recupero un po' di posizioni.
Continuo così fino alla sesta salita, cercado di dare il mio contributo davanti al gruppo a tirare, ma senza forzare troppo e senza strafare. Una mia pessima abitudine è proprio quella di essere generoso nei cambi e di tirare a lungo: per questo mi capita spesso di arrivare agli ultmimi chilometri di gare stremato.
Nello scendere dal sesto colle incappo in un errore abbastanza grave di valutazione di una curva: non mi accorgo che chiude parecchio e arrivo lungo in frenata. Nonostante un'inchiodata con intraversata del posteriore capisco di non poter restare in strada e scelgo quindi di uscire dritto nel prato sottostante. Per fortuna non c'è un salto nè uno strapiomb e riesco a fermarmi senza conseguenze. Risalgo il prato a piedi e mi rimetto in strada.
Con un po' di fatica recupero il gruppo e quando rientro due ciclisti gentilmente mi chiedono se l'escursione per prati non è andata tutto bene.
Il gruppetto piano piano perde alcuni componenti e si arriva infine ai -15km all'arrivo, con gli ultimi due colli da scalare.
La mente sadica degli organizzatori ha deciso che questi due colli avessero le pendenze più dure.
Sento che le gambe, nonostante la fatica, hanno ancora qualcosa da dare e provo a forzare un po' il ritmo, soprattutto sull'ultimo colle che presenta un'impennata finale superiore al 16%. Da li' in poi sono 3 km di discesa abbastanza impegnativa.
Alla fine arrivo 249° assoluto. Al rilevamento dopo poco più di metà gara ero 311°.
In definitiva sono soddisfatto per vari motivi.
Innanzitutto credo di aver fatto una buona gara.
Oltre a questo aggiungo che sono arrivato all'arrivo stanco, sì, ma non devastato fisicamente come alla Granfondo Selle Italia.
Qualche giorno fa avevo interpretato alcune sensazioni come un possibile calo di forma, mentre forse erano solo sintomi di un affaticamento. Spero che la condizione migliori ancora, o almeno resti quella attuale...
Bene! Il prossimo appuntamento è per il 13 maggio sulle strade della provincia di Bergamo, per la Granfondo Felice Gimondi.
Lunedì mattina sono partito alla volta di Bologna. Appena arrivato mi sono districato nella città e mi sono presentato all'agenzia di viaggi per sistemare il pernottamento. Poi ho ritirato il pacco gara e mi sono recato in Hotel. Infine ho preparato la bicicletta per la gara. Nel tardo pomeriggio mi sono recato alla partenza per visionare il percorso.
Ho poi fatto due passi in giro per la città per gustarmi un gelato e per comprare anche un libro.
A seguire cena e subito a letto perchè la sveglia sarebbe suonata presto il giorno successivo (6.00)
La mattina, dopo un'abbondante colazione, preparo la valigia e mi reco nella mia griglia: la seconda, avendo un pettorale abbastanza elevato (1402)
Come sempre le griglie vengono scavalcate dai soliti furbetti, ma va bè, ormai ci sono abituato.
Pronti via: i primi chilometri, tutti in pianura, passano velcoe, anche perchè il gruppo compatto viaggia ad alta andatura.
Arriva presto la prima salita e mi obbliga a salire deciso ma non troppo forte: di salite ce ne sono ben dieci e non è il caso di forzare da subito. Nonostante ciò recupero un po' di posizioni.
Continuo così fino alla sesta salita, cercado di dare il mio contributo davanti al gruppo a tirare, ma senza forzare troppo e senza strafare. Una mia pessima abitudine è proprio quella di essere generoso nei cambi e di tirare a lungo: per questo mi capita spesso di arrivare agli ultmimi chilometri di gare stremato.
Nello scendere dal sesto colle incappo in un errore abbastanza grave di valutazione di una curva: non mi accorgo che chiude parecchio e arrivo lungo in frenata. Nonostante un'inchiodata con intraversata del posteriore capisco di non poter restare in strada e scelgo quindi di uscire dritto nel prato sottostante. Per fortuna non c'è un salto nè uno strapiomb e riesco a fermarmi senza conseguenze. Risalgo il prato a piedi e mi rimetto in strada.
Con un po' di fatica recupero il gruppo e quando rientro due ciclisti gentilmente mi chiedono se l'escursione per prati non è andata tutto bene.
Il gruppetto piano piano perde alcuni componenti e si arriva infine ai -15km all'arrivo, con gli ultimi due colli da scalare.
La mente sadica degli organizzatori ha deciso che questi due colli avessero le pendenze più dure.
Sento che le gambe, nonostante la fatica, hanno ancora qualcosa da dare e provo a forzare un po' il ritmo, soprattutto sull'ultimo colle che presenta un'impennata finale superiore al 16%. Da li' in poi sono 3 km di discesa abbastanza impegnativa.
Alla fine arrivo 249° assoluto. Al rilevamento dopo poco più di metà gara ero 311°.
- KM percorsi: 163
- Tempo di gara: 5h 06'
- Tempo reale:Â 5h 02'
- Velocità media: 32.4 km/h
- Posizione assoluta: 249° su 1676
- Posizione categoria: 35°
In definitiva sono soddisfatto per vari motivi.
Innanzitutto credo di aver fatto una buona gara.
Oltre a questo aggiungo che sono arrivato all'arrivo stanco, sì, ma non devastato fisicamente come alla Granfondo Selle Italia.
Qualche giorno fa avevo interpretato alcune sensazioni come un possibile calo di forma, mentre forse erano solo sintomi di un affaticamento. Spero che la condizione migliori ancora, o almeno resti quella attuale...
Bene! Il prossimo appuntamento è per il 13 maggio sulle strade della provincia di Bergamo, per la Granfondo Felice Gimondi.
Esordio Stagionale: Granfondo Selle Italia 2007
Oggi ho partecipato alla prima granfondo della stagione 2007.
Si tratta dell'undicesima edizione della Granfondo Selle Italia, prima prova del circuito Prestigio 2007.
Sabato mattina, dopo aver caricato bagagli e bicicletta in auto, sono partito alla volta di Cervia, in provincia di Ravenna. Una volta arrivato e sistemate le pratiche in albergo, ho inforcato la bicicletta per fare un'oretta di sgambata.
In serata ho fatto un salto al centro Expo per ritirare il pacco gara e per cenare a base di piadina romagnola (veramente buona!) ed entro le 22.30 ero nel letto.
La mattina della domenica la sveglia suona alle 6.00. Preparo i vestiti per la gara e poi vado a fare colazione con gli altri ciclisti ospitati dall'albergo. Subito dopo mi reco in griglia.
Ho il pettorale 2141 (su quasi 5000 iscritti) e mi trovo circa a centro gruppo. Alle 8.00 lo speaker dà il via alla gara ma devo attendere almeno 5 minuti prima di muovermi, a causa dell'elevato numero di ciclisti che occupano il lungomare di Cervia.
I primi kilometri sono da standard delle granfondo: partenza a tutta ad almeno 40km/h di media. Pulsazioni a sempre sopra i 165 bpm ma s'ha da fà per non perdere posizioni: anzi provo a forzare per portarmi un po' avanti.
Ben presto arrivano le prime salite e anche su quelle forzo il ritmo, recuperando numerose posizioni. Pure in discesa non mi risparmio e stacco alcuni ciclisti, seppure sia la prima volta che percorro queste strade.
In totale pedalo per circa 100 km a tutta, dando cambi regolari in pianura e provando anche a tenere alto il ritmo del gruppetto in cui sono quando sono davanti. Supero in totale tre salite: Bertinoro, Barbotto (dal lato meno duro) e Ciola.
Tocca al Monte Cavallo, una salita con pendenze abbastanza importanti ed alcuni strappi violenti al 14%. Provo anche lì a forzare e mi trovo a scollinare da solo con un altro ciclista. Proseguiamo insieme fino all'ultima salita. Da lì in poi sono circa 30 km di pianura fino al traguardo. Veniamo raggiunti in breve tempo da un folto gruppo di circa 40 ciclisti che va a forte andatura.
Inizio a sentire la stanchezza, probabilmente non ho gestito bene le mie forze e sono andato troppo "fuorigiri": ben presto mi trovo in coda al gruppo e faccio fatica a tenere il passo, nonostante l'aiuto della scia.
Mi stacco e proseguo da solo con le gambe che protestano per la fatica: in testa iniziano a formarsi pensieri strani, voglia di fermarmi a riposare. Guardo indietro ed intravedo un altro gruppo che mi sta raggiungendo: questi sono un po' meno scatenati e riesco a stare con loro fino al traguardo. Sono in crisi nera, ho a malapena l'energia di arrivare al traguardo e non provo nemmeno a disputare la volata.
Alla fine arrivo 367° su 1892 classificati nel percorso lungo. 153 km per 2200 metri di dislivello. Tempo di gara: 4h58', tempo reale 4h52'.
Nonostante la crisi posso essere soddisfatto della prima gara: di solito fatico sempre moltonelle prime granfondo perchè gli allenamenti lunghi che faccio non sono mai a ritmi elevati (mi manca lo stimolo di compagni di uscita che vadano forte).
Prossima gara il 1° Maggio a Bologna (Granfondo 10 Colli Bolognesi), seguita a ruota dalla Granfondo Felice Gimondi e dalla Nove Colli.
Adesso ho un mese per allenare la distanza e il dislivello notevoli che affronterò nelle prossime granfondo: spero in bene.
Si tratta dell'undicesima edizione della Granfondo Selle Italia, prima prova del circuito Prestigio 2007.
Sabato mattina, dopo aver caricato bagagli e bicicletta in auto, sono partito alla volta di Cervia, in provincia di Ravenna. Una volta arrivato e sistemate le pratiche in albergo, ho inforcato la bicicletta per fare un'oretta di sgambata.
In serata ho fatto un salto al centro Expo per ritirare il pacco gara e per cenare a base di piadina romagnola (veramente buona!) ed entro le 22.30 ero nel letto.
La mattina della domenica la sveglia suona alle 6.00. Preparo i vestiti per la gara e poi vado a fare colazione con gli altri ciclisti ospitati dall'albergo. Subito dopo mi reco in griglia.
Ho il pettorale 2141 (su quasi 5000 iscritti) e mi trovo circa a centro gruppo. Alle 8.00 lo speaker dà il via alla gara ma devo attendere almeno 5 minuti prima di muovermi, a causa dell'elevato numero di ciclisti che occupano il lungomare di Cervia.
I primi kilometri sono da standard delle granfondo: partenza a tutta ad almeno 40km/h di media. Pulsazioni a sempre sopra i 165 bpm ma s'ha da fà per non perdere posizioni: anzi provo a forzare per portarmi un po' avanti.
Ben presto arrivano le prime salite e anche su quelle forzo il ritmo, recuperando numerose posizioni. Pure in discesa non mi risparmio e stacco alcuni ciclisti, seppure sia la prima volta che percorro queste strade.
In totale pedalo per circa 100 km a tutta, dando cambi regolari in pianura e provando anche a tenere alto il ritmo del gruppetto in cui sono quando sono davanti. Supero in totale tre salite: Bertinoro, Barbotto (dal lato meno duro) e Ciola.
Tocca al Monte Cavallo, una salita con pendenze abbastanza importanti ed alcuni strappi violenti al 14%. Provo anche lì a forzare e mi trovo a scollinare da solo con un altro ciclista. Proseguiamo insieme fino all'ultima salita. Da lì in poi sono circa 30 km di pianura fino al traguardo. Veniamo raggiunti in breve tempo da un folto gruppo di circa 40 ciclisti che va a forte andatura.
Inizio a sentire la stanchezza, probabilmente non ho gestito bene le mie forze e sono andato troppo "fuorigiri": ben presto mi trovo in coda al gruppo e faccio fatica a tenere il passo, nonostante l'aiuto della scia.
Mi stacco e proseguo da solo con le gambe che protestano per la fatica: in testa iniziano a formarsi pensieri strani, voglia di fermarmi a riposare. Guardo indietro ed intravedo un altro gruppo che mi sta raggiungendo: questi sono un po' meno scatenati e riesco a stare con loro fino al traguardo. Sono in crisi nera, ho a malapena l'energia di arrivare al traguardo e non provo nemmeno a disputare la volata.
Alla fine arrivo 367° su 1892 classificati nel percorso lungo. 153 km per 2200 metri di dislivello. Tempo di gara: 4h58', tempo reale 4h52'.
Nonostante la crisi posso essere soddisfatto della prima gara: di solito fatico sempre moltonelle prime granfondo perchè gli allenamenti lunghi che faccio non sono mai a ritmi elevati (mi manca lo stimolo di compagni di uscita che vadano forte).
Prossima gara il 1° Maggio a Bologna (Granfondo 10 Colli Bolognesi), seguita a ruota dalla Granfondo Felice Gimondi e dalla Nove Colli.
Adesso ho un mese per allenare la distanza e il dislivello notevoli che affronterò nelle prossime granfondo: spero in bene.
Granfondo delle Cinque Terre e della Riviera Spezzina
Nel weekend tra del 9 e 10 settembre sono stato a Deiva Marina, in Liguria, con alcuni compagni di squadra per partecipare alla granfondo delle cinque terre e della Riviera Spezzina.
Ritrovo sabato mattina in centro per il caffè e poi partenza alla volta di un campeggio. In poche ore siamo arrivati là e ci siamo addentrati nel paese per pranzare. Purtroppo ho avuto l'impressione che albergatori non si fossero attrezzati per l'evento: a pranzo, per avere un piatto di spaghetti al pesto e un po' di pesce spada abbiamo dovuto aspettare più di due ore. Forse sarà la deformazione professionale che mi fa mangiare sempre di fretta...
Nel pomeriggio di sabato abbiamo ritirato i pacchi gara, sistemato i nostri poderosi mezzi per la gara e ci siamo poi diretti alla spiaggia di Deiva. Dopo tanti anni di vacanze passate in montagna ci voleva proprio un bel bagno nel mare.
La sera replica di pasta al pesto e pesce nel paese limitrofo di Moneglia e a letto presto.
La domenica ci siamo svegliati presto e abbiamo fatto un'ottima colazione in compagnia. Ci siamo recati in griglia. Con pettorali intorno al 610 ci siamo trovati abbastanza avanti in griglia.
Come sempre partenza a tutta, anche se in leggermente in salita. Recupero un po' di posizioni e trovo un bel gruppetto con cui proseguirò fino all'ultima salita.
Il tempo è bellissimo. Lo scenario della granfondo è stupendo. Purtroppo sono in gara e non ho la possibilità di ammirare con calma il paesaggio. Mi posso permettere solo alcune occhiate mentre sono in salita o mentre scollino, in discesa invece e' impossibile: sono abbastanza tecniche e impegnative.
Al bivio che separa i percorsi lungo e corto scelgo per il percorso corto: la condizione atletica non è più quella di qualche mese fa e non sono sicuro di riuscire a portare a termine il percorso da 180 km.
Proseguo in pianura per qualche km in compagnia di un gruppo di 20-30 ciclisti: si va a forte andatura (spesso e volentieri sopra i 40 km/h).
Arriva l'ultima salita. Per i primi km riesco ad andare bene, ma poi i migliori del gruppo se ne vanno via e non riesco a tenere il loro ritmo. Alla fine arrivo al traguardo in 76° posizione in 2 ore, 53 minuti e 21 secondi.
Mentre aspetto l'arrivo dei compagni di squadra mangiucchio qualche dolcetto e mi sdraio al sole. All'arrivo dei compagni partecipiamo all'ottimo pasta party. Alla fine ci trasferiamo al campeggio, ci laviamo e partiamo.
Ottima l'organizzazione, stupendo il posto. Credo proprio che l'anno prossimo ripeterò l'esperienza, magari scegliendo il percorso più lungo ed impegnativo.
Un grazie ai compagni di squadra che hanno allietato questo weekend.
Ritrovo sabato mattina in centro per il caffè e poi partenza alla volta di un campeggio. In poche ore siamo arrivati là e ci siamo addentrati nel paese per pranzare. Purtroppo ho avuto l'impressione che albergatori non si fossero attrezzati per l'evento: a pranzo, per avere un piatto di spaghetti al pesto e un po' di pesce spada abbiamo dovuto aspettare più di due ore. Forse sarà la deformazione professionale che mi fa mangiare sempre di fretta...
Nel pomeriggio di sabato abbiamo ritirato i pacchi gara, sistemato i nostri poderosi mezzi per la gara e ci siamo poi diretti alla spiaggia di Deiva. Dopo tanti anni di vacanze passate in montagna ci voleva proprio un bel bagno nel mare.
La sera replica di pasta al pesto e pesce nel paese limitrofo di Moneglia e a letto presto.
La domenica ci siamo svegliati presto e abbiamo fatto un'ottima colazione in compagnia. Ci siamo recati in griglia. Con pettorali intorno al 610 ci siamo trovati abbastanza avanti in griglia.
Come sempre partenza a tutta, anche se in leggermente in salita. Recupero un po' di posizioni e trovo un bel gruppetto con cui proseguirò fino all'ultima salita.
Il tempo è bellissimo. Lo scenario della granfondo è stupendo. Purtroppo sono in gara e non ho la possibilità di ammirare con calma il paesaggio. Mi posso permettere solo alcune occhiate mentre sono in salita o mentre scollino, in discesa invece e' impossibile: sono abbastanza tecniche e impegnative.
Al bivio che separa i percorsi lungo e corto scelgo per il percorso corto: la condizione atletica non è più quella di qualche mese fa e non sono sicuro di riuscire a portare a termine il percorso da 180 km.
Proseguo in pianura per qualche km in compagnia di un gruppo di 20-30 ciclisti: si va a forte andatura (spesso e volentieri sopra i 40 km/h).
Arriva l'ultima salita. Per i primi km riesco ad andare bene, ma poi i migliori del gruppo se ne vanno via e non riesco a tenere il loro ritmo. Alla fine arrivo al traguardo in 76° posizione in 2 ore, 53 minuti e 21 secondi.
Mentre aspetto l'arrivo dei compagni di squadra mangiucchio qualche dolcetto e mi sdraio al sole. All'arrivo dei compagni partecipiamo all'ottimo pasta party. Alla fine ci trasferiamo al campeggio, ci laviamo e partiamo.
Ottima l'organizzazione, stupendo il posto. Credo proprio che l'anno prossimo ripeterò l'esperienza, magari scegliendo il percorso più lungo ed impegnativo.
Un grazie ai compagni di squadra che hanno allietato questo weekend.
Cronoscalata Trento - Monte Bondone
Oggi, domenica 23 luglio, mi sono recato a Trento per partecipare a questa gara organizzata dal GS Marzola: Cronoscalata Trento - Monte Bondone
I partecipanti non erano moltissimi (circa un centinaio), ma tutti agguerritissimi e specialisti della montagna.
Non conoscevo la salita e, avendo un giorno libero da impegni, ho approfittato della gara per salire per la prima volta sul Monte Bondone.
La salita è molto bella: strada larga con numerosi tornanti. L'asfalto è perfetto, in più punti è statao rifatto nuovo, probabilmente in occasione del passagio del Giro d'Italia.
Alla fine sono arrivato 64° su 94 partecipanti (alcuni non si sono presentati) nella classifica assoluta. Nella categoria Junior sono arrivato 16° su 24.
Il tempo di scalata è stato di 1 ora, 12 minuti e 10 secondi, molto superiore al tempo di 54' 40" del vincitore, ma sono soddisfatto perchè per le mie possibilità sono andato abbastanza forte.
I partecipanti non erano moltissimi (circa un centinaio), ma tutti agguerritissimi e specialisti della montagna.
Non conoscevo la salita e, avendo un giorno libero da impegni, ho approfittato della gara per salire per la prima volta sul Monte Bondone.
La salita è molto bella: strada larga con numerosi tornanti. L'asfalto è perfetto, in più punti è statao rifatto nuovo, probabilmente in occasione del passagio del Giro d'Italia.
Alla fine sono arrivato 64° su 94 partecipanti (alcuni non si sono presentati) nella classifica assoluta. Nella categoria Junior sono arrivato 16° su 24.
Il tempo di scalata è stato di 1 ora, 12 minuti e 10 secondi, molto superiore al tempo di 54' 40" del vincitore, ma sono soddisfatto perchè per le mie possibilità sono andato abbastanza forte.
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