Il sistemista

Mi h particolarmente colpito questo articolo di Giuseppe Cubasia su Punto Informatico.
La cosa strana è che quando l'ho letto la mia prima reazione è stata: "Questo lo faccio pure io".
Nel continuare a leggere ho notato che viene descritto (con minime discrepanze) il mio profilo...
Peccato che lo stipendio ipotizzato dall'autore dell'articolo sia ben lontana dal mio (e dalla media, come confermano alcuni commenti all'articolo)!

Fine stagione ciclistica 2008

Ebbene sì, un altro anno ciclistico è passato ed è ora di tirare le somme.

L'obiettivo principale dell'anno, ovvero raggiungere il traguardo del Prestigio 2008, è stato raggiunto.

Quest'anno la stagione è stata lunga e mi ha tenuto impegnato fisicamente e mentalmente fino a fine agosto (Oetztaler Radmarathon), mentre nel 2007 l'ultimo impegno era a inizio luglio.

Ho partecipato a 8 granfondo: meno del previsto, ma quest'anno è stao flagellato dal maltempo. Ho saltato tre gare per pioggia e una per mancanza di voglia.

Due gare molto impegnative e spettacolari del prestigio sotto la pioggia (Campagnolo e Carnia Classic), ma le ho portate a termine seppure con gande fatica.

La lista delle gare a cui partecipato:

  • Granfondo Laigueglia

  • Granfondo Selle Italia

  • Granfondo 10 colli

  • Granfondo Felice Gimondi

  • Granfondo Campagnolo

  • Granfondo Carnia Classic

  • Granfondo Pinarello

  • Oetztaler Radmarathon


Di queste ben quattro erano nuove per me, quindi ho conosciuto nuovi posti.

Della Oetztaler ho già scritto e ci ho lasciato il cuore: l'anno prossimo parteciperò nuovamente!

Per il resto i numeri di questa stagione sono buoni ma non eccellenti:

  • 12100 km percorsi su strada (1000 in meno del 2007, ma il maltempo mi ha tenuto fermo parecchio)

  • Scalata dello Stelvio da Prato (finalmente!)

  • Prestazioni in salita in linea con quelle del 2007 (anche se speravo in un miglioramento)


Nel 2009 mi toccherà impegnarmi di più!

Non ho ancora deciso gli obiettivi, ma sicuramente vorrei riprovare il Prestigio. Forse farò una visita alle salite Svizzere e Austriache, magari una granfondo in Francia sui percorsi del Tour. Chissà!

Oetztaler Radmarathon

A distanza di un mese circa, scrivo dei quattro giorni passati in Austria a fine agosto, per la precisione a Soelden, in occasione di una bellissima quanto impoegnativa granfondo inserita nel circuito del prestigio già da vari anni: la Oetztaler Radmarathon

Sono partito venerdì dopo pranzo alla volta di Soelden e per arrivarci c'è una sola strada: salire il passo del Rombo da S. Leonardo in Passiria. Tale passo è anche l'ultima salita delle gara: si tratta solo di una salitina di 29 km e 1800m di dislivello (praticamente uno Stelvio un pò facilitato dalla presenza di un tratto centrale di falsopiano)

Arrivo a Soelden nel pomeriggio inoltrato e mi sistemo in camera. In quella in parte alloggia Joachim, un ciclista tedesco (ma parla bene l'inglese), che mi è stato di grande aiuto e compagnia, vista la mia totale ignoranza della lingua tedesca.
In serata andiamo a ritirare il pacco gara e ci rechiamo a cena in uno dei vari ristoranti del paese.

Sabato, dopo la colazione alle 8.00, decidiamo di fare una passeggiata in bicicletta a Vent, una quarantina di chilometricon questa salita fatta a ritmo molto blando.

Poi nel pomeriggio mi dedico alle spese, acquistando alcuni prodotti tipici locali, e dopo una buona cena, vado a nanna.
Il giorno successivo, la sveglia suona impietosa alle 5. Colazione abbondante, preparo tutto e mi reco in griglia.
Alle 6.45 si parte. I primi chilometri vanno da Soelden ad Oezt e sono in leggera discesa o pianura. Fa ancora freddo e c'è parecchio vento: per me è stato importante sacrificare un po' di posizione pur di stare al coperto ed arrivare alla prima salita ancora pieno di energie.
La prima salita, il Kuthai Sattel è lunga, in parecchi punti le pendenze sono impegnative e molla solo nel tratto centrale. Come spesso accade nelle granfondo più affollate, si fa in mezzo a tanti altri ciclisti: salgo piano, un po' per salvare le energie, un po' perchè fare lo slalom per sorpassare gli altri partecipanti sarebbe troppo dispendioso.

Arrivo in cima in circa 1h19' (tempo non malvagio, contando che l'ho fatto davvero piano). Pipì, scatto una foto, faccio rifornimento di e riparto. La discesa dal Kuthai è velocissima: in alcuni punti si toccano i 100 km/h circa e si è spesso sopra gli 80 km/h; ma la strada è larga, pulita e mai tortuosa.

A fine discesa si passa per la periferia di Innsbruck  e ci si immette sulla strada per il passo del Brennero: questa salità è molto lunga ma sale veramente poco. Di fatto è un lungo tratto di falsopiano con alcuni strappetti. Qui è di estrema importanza trovare un gruppetto che permetta di non prendere vento e che tenga un ritmo buono ma non forsennato: quello che si risparmia o si spende sul Brennero è fondamentale per il resto della corsa. In cima al passo mi fermo e mangio qualcosa.

La discesa verso Vipiteno è un po' come la salita dalla parte di Innsbruck: poco in pendenza e da pedalare. Anche in questo caso è importante trovare un gruppo con cui dividere la discesa.

A vipiteno inizia la terza salite: il passo del Giovo. 15 km circa di salita regolare senza punte elevate ma anche senza molti punti di respiro. Presa da sola credo sarebbe davvero una bella "salita da tempo". Durante la Oetztaler è d'obbligo amministrare le ormai non tantissime energie a disposizione. Sono salito con regolarità.
Gli scorci degli ultimi chilometri meritano parecchio (come anche quelli del Kuthai e del Rombo, mentre il Brennero non mi è piaciuto proprio).
La discesa del Giovo invece è probabilmente una delle più belle discese che abbia mai fatto.
Molto tecnica e abbastanza veloce, tornati, curvoni, cambi di direzione, traffico quasi nullo e asfalto in buone condizioni: il sogno di ogni discesista!

Finita la discesa (mio malgrado) arriva lo spuracchio di giornata: il passo del Rombo.
A distanza di un mese faccio ancora fatica a descrivere tutte le emozioni, gli stati d'animo che si sono succeduti nelle 2 ore e 17 minuti della scalata.
Lo scoramento iniziale perchè la salita è ancora lunghissima e le gambe non vogliono più spingere.
Le incongite del tratto centrale in cui si cerca di riposare.
La determinazione per ripartire dopo il ristoro posto un po' dopo metà salita.
La fatica immane, l'essere al limite della sopportazione fisica e mentale, la grinta e la ricerca di ogni minima energia residua per fare gli ultimi sette chilometri fino al tunnel (circa 9% medio).
La soddisfazione di arrivare al valico.
La discesa e l'ultimo, bastardo, colpo di coda costituito dai due chilometri di strappo finale.
La lunga discesa e l'ingresso a Soelden, in mezzo a due ali di folla, con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di eccezionale...

Per finire: giornata perfetta, organizzazione perfetta.
Sto già pensando all'edizione dell'anno prossimo.

Nel frattempo mi sono arrivate le foto

L'importanza di lavare l'auto!

Ok: è un po' che non lavo l'auto ed è un po' sporchina... Ma lo scherzo di oggi proprio non me lo aspettavo!

Qualcuno, conoscendo la mia particolare avversione verso alcuni prodotti di mamma Micro$oft, ha osato fare questo:



Quindi un consiglio, se non volete trovare sorprese come questa: lavate spesso l'auto!

Ciao

Stelvio

Da quando ho iniziato ad andare in bicicletta su strada con una certa regolarità, tra i tanti obiettivi (partecipare a granfondo, mantenermi in forma, ottenere buone prestazioni atletiche) mi sono promesso di visitare e scalare con la bicicletta le salite che hanno fatto la storia del ciclismo.

Vivendo in Lombardia, ho avuto la possibilità, in gara o per semplice passeggiata, di scalare alcune salite famose: Gavia, Mortirolo, Manghen, Montecampione, Vivione,  Zoncolan, Giau, Pordoi, Gardena, Sella, Falzarego, Duran, Valles, Staulanza, Giovo, Rombo, Brennero.

Mi mancava sicuramente lo Stelvio: così, in compagnia dell'amico e compagno di squadra Matteo, ho deciso che era ora di mettere a curriculum anche questa salita il 10 agosto 2008.

Ritrovo al casello dell'autostrada A4 alle 6.30 e via che si parte: verso le 9.15 arriviamo a qualche chilometro da Prato allo Stelvio, parcheggiamo e ci prepariamo. Il giorno prima ho fatto un lungo con parecchia salita (preparazione della Oetztaler Radmarathon dopo il rientro dalle ferie) e non sono in gran forma.

Comunque facciamo qualche chilometro di avvicinamento per scaldarci e poi attacchiamo la salita. Da subito parto con un ritmo non troppo alto: l'accordo è che ognuno sale al ritmo che preferisce e ci si aspetta in cima.

La salita inizia tranquilla e abbastanza regolare, sono quasi le 10 di mattina, il sole ancora non sbuca dalle montagne attorno e in parte alla strada scorre un fiume: fa freddo, nonostante sia il dieci agosto e il tempo meterologico sia eccellente.

Continuo a salire fino a Gomagoi e fino all'hotel Belvedere: qui iniziano i tornanti e foro il copertone posteriore.

Mi fermo a cambiare, mentre mi raggiungono tutti i ciclisti sorpassati; nel ripartire mi raggiunge anche Matteo.

Riparto di slancio e... bè, è difficile descrivere lo Stelvio a parole: lo spettacolo che si può ammirare dopo Trafoi è notevole e andrebbe vissuto di persona.

I famosi 48 tornanti sembrano non finire mai, la strada sale a pendenze non banali (regolari intorno al 8-9%), ma se si riesce a trovare il ritmo giusto non è impossibile. L'ultimo tratto che si inerpica sulla montagna è davvero spettacolare. Ciclisticamente parlando, però, è una bella mazzata psicologica aver fatto già 15 km e vederne davanti altri dieci che si arrampicano letteralmente su un versante della montagna.

Alla fine giungo in vetta: in attesa di Matteo scendo dall'altro versante fino alla casa cantoniera che divide il versante svizzero (passo dell'Umbrail) da quello valtellinese e risalgo. Nel frattempo arriva Matteo e scattiamo orgogliosi alcune foto. Mangiamo abbondantemente sul passo (che buoni i pizzoccheri!)  e poi con calma scendiamo, fermandoci a scattare alcune foto

Vorrei ringraziare Matteo per la compagnia: è stata davvero splendida giornata .

Le foto scattate son disponibile sul sito di Matteo a questo indirizzo Foto Stelvio 2008

Il tempo di scalata, per quanto poco sia significativo, è stato di 1 ora e 51 minuti circa.

Ci sono alcune salite vorrei scalare nei prossimi anni; alcune sono anche inserite in granfondo o randonnè. Magari vi parrteciperò. In linea di massima però vorrei provare: Passo del Bernina, le alpi tra Italia e Francia (Lombarda, Izoard, Bonette, Sampeyre, Vars, Fauniera Agnello), Mont Ventoux, Alpe d'Huez, Galibier, Glandon...

100, 100^2, Stelvio, Prestigio ed Oetztaler

Eccomi dopo altre tre settimane.Ebbene sì: questo è il post numero cento e lo uso per elencare un po' di eventi

In questo periodo sono riuscito a raggiungere alcuni traguardi:

  • Post numero cento (appunto il 100 del titolo)

  • Ho raggiunto i 10000 km percorsi in questa stagione (100^2 nel titolo)

  • Ho finalmente scalato lo Stelvio, salita che non dovrebbe mai mancare nel curriculum di un ciclista

  • Ho bissato il titolo di Prestigio 2008, con sette gare su dieci

  • Ho partecipato e portato a termine la granfondo più dura d'Europa (o almeno considerata tale dalla grande maggioranza dei ciclisti)

Prestigio 2008: altre gare

Dopo tanto tempo ritorno a scrivere.

Adesso sono a quota sei gare del prestigio fatte su un minimo di sette.

Le ultime tre granfondo sono state impegnative e funestate dal maltempo.

Granfondo Campagnolo

La granfondo Campagnolo del 15 giugno 2008 mi è piaciuta parecchio: 218km e 5400m di dislivello circa.

Praticamente niente pianura, a parte qualche falsopiano e pochi chilometri intorno a Feltre in partenza ed arrivo.

In sequenza sono stati spianati: Forcella Franche, Passo Duran, Passo Valles, Passo Rolle, Passo Croce d'Aune.

Ho fatto tutto il Passo Valles e il Passo Rolle sotto acqua (a tratti mista neve). Tanto freddo, ma l'organizzazione è stata impeccabile, fornendo ai ciclisti infreddoliti guanti, teli di sopravvivenza e tanto tanto the bollente.  Proprio grazie al thè sono arrivato in fondo senza congelarmi.

Probabilmente una delle più belle granfondo che abbia mai disputato.

Alla fine ho spuntato un 278° posto su 1625 classificati (gli ultimi in classifica hanno fatto un percorso modificato a causa del maltempo)

Granfondo Carnia Classic Zoncolan

Granfondo corta come chilometraggio, ma con in mezzo un certo Monte Zoncolan, famoso per essere una delle salite più dure d'Europa.

Le classifiche online la valutano più dura del mortirolo e sono d'accordo. Detto questo, alla granfondo Marco Pantani del 2007 ho sofferto di più il Mortirolo fatto dopo il Gavia, che lo Zoncolan fatto dopo la Sella Casera Razzo alla Carnia Classic Zoncolan.

Sulla prima salita di Casera Razzo ho preso acqua e grandine.  Ho percorso lo Zoncolan in 1h 06' 06" piazzandomi 95° su 1100 circa nella classifica di cronoscalata.

Purtroppo nella discesa dello Zoncolan, sotto una pioggia torrenziale, ho bucato ben due volte. Sono ricorso all'assistenza meccanica in fondo allo Zoncolan. Ho perso un sacco di tempo e sono stato deviato su un percorso intermedio istituito sul momento dall'organizzazione a causa del maltempo.

A parte il maltempo e la deviazione di percorso (che resta comunque valida per il Prestigio) è stato un bel weekend. La soddisfazione per aver fatto lo Zoncolan in un tempo interessante è parecchia.

Granfondo Pinarello

Non fa proprio per me: troppo piatta e veloce. Ho partecipato solo per far numero per il Prestigio.

200km per 2700m di dislivello circa. Solo una salita lunga: il Nevegal. Paesaggi per lo più collinari a parte il passaggio finale del Passo San Boldo che si inerpica sulla montagna con tornanti e gallerie.

Per il resto, da metà gara in poi, esclusa l'ultima salita della Presa XIV del Montello è sufficiente trovare un buon gruppo, darsi cambi regolare e si fila via ai 40 km/h di media senza accorgersi.

Alla fine sono arrivato 328° su 1436 classificata sul percorso lungo.

Alla fine mi manca solo una gara per il Prestigio: l'obiettivo è di portare a termine la Oetztaler Radmarathon, gara durissima di 238km con 5300m di dislivello. La prenderò con calma!

A volte ritorn(an)o

A distanza di quasi un mese, durante il quale ho fatto di tutto tranne che scrivere su questo blog, mi rifaccio vivo, con alcuni aggiornamenti di vario genere...

In questo mese ho partecipato a due granfondo del circuito "Prestigio 2008", a cui dedicherò due brevi post.

Ho avuto poi l'occasione di tornare, dopo12 anni, negli States (la prima volta era per vacanza a New York per qualche giorno, questa volta per lavoro.

Nelle prossime settimane sarò particolarmente impegnato tra allenamenti (mi aspettano gare molto impegnative), quindi non ci saranno ulteriori aggiornamenti per un po'.

Ci risentiamo in tempi migliori!

La battaglia del sistemista...

L'Universo può essere visto come una battaglia fra i sistemisti, che cercano di realizzare sistemi a prova d'idiota, e Dio che crea idioti sempre più sofisticati.

Inutile dire che, per ora, Dio sta vincendo.

(Autore Anonimo)

Prestigio 2008: si ricomincia!

Domenica 6 aprile ho disputato la prima prova valida per il circuito Prestigio 2008.

Si tratta della 12° edizione della Granfondo Selle Italia - Via del Sale con partenza a Cervia, in Romagna, e tre percorsi di diversa lunghezza e difficoltà. Io, per puntare al Prestigio 2008, sono obbligato a portare a termine il percorso lungo di 153 km e circa 2200m di dislivello, ormai invariato da anni.

Come ogni weekend di granfondo, trasferimento in auto il sabato, ritiro del pacco gara, sgambata nei dintorni di Cervia, cena in albergo e a letto presto.

La sveglia suone impietosa alle 6.00. Colazione abbondante  e chiacchierata con un altro ciclista che punta al percorso lungo.

Mi reco in griglia abbastanza presto, ma già ci sono parecchi ciclisti. Rispetto al 2007 ho un pettorale più basso (1262) e sono abbastanza avanti come griglia.

La partenza è puntuale alle 8.00 e, come ormai sono abituato, a ritmi indiavolati dal primo chilometro. Si viaggia in gruppo ai 45 km/h di media.

Qualche ciclista mi supera da dietro, altri ne supero io e nei primi 30 km di pianura si formano i primi gruppi. Il percorso infatti prevede 30 km piatti in cui i ciclisti si allontanano dal mare e si dirigono verso gli appennini. Fatte un po' di salite, si torna indietro percorrendo altri 30 km di pianura.

Ricordando la "cotta" dell'anno scorso cerco di non forzare mai troppo in salita e di alimentarmi nei momenti giusti. Quest'anno infatti non vado in crisi negli ultimi chilometri di salita.

Nel corso della granfondo incontro un po' di ragazzi del forum: CarbonIena, Peval, Hard_Climber, Clodovico

Alla fine arrivo 270° su 1868 classificati sul percorso lungo, mentre il tempo impiegato è di circa 4h 50'.

L'anno scorso, seppure più avanti con la preparazione e più "tirato" in termini di peso e muscoli, ho impiegato qualche minuto in più ed ero arrivato 367°, per colpa di una crisi di fame e stanchezza nel tratto di pianura finale.

Non posso che essere contento di aver iniziato il Prestigio così bene, anzi spero di non averlo iniziato troppo bene e pentirmi quest'estate.

Come ultima nota: quest'anno l'organizzazione è peggiorata rispetto al 2007. Alcuni episodi significativi

  • Il furgone proprio dopo la partenza

  • Una transenna in mezzo alla corsia in una curva, ancora a Cervia

  • La sabbia sui tornanti della prima discesa.


Spero proprio che nei prossimi anni non accadano più episodi del genere, altrimenti penso di abbandonare questa granfondo.

Wi-fi open? Sì, Grazie!

Segnalo un interessante intervista a Bruce Schneier, noto guru di sicurezza informatica, nonchè autore dei best-seller Applied Cryptography, Secrets and Lies e Beyond Fear, nonchè inventore dei due algoritmi di cifratura Twofish (finalista nella selezione per la scelta dell'algoritmo AES) e Blowfish

L'articolo prende spunto dalla rete wireless casalinga di Schneier, che, udite udite!, è aperta e non cifrata: secondo lui la sua rete wireless non vale abbastanza il tempo e il lavoro da fare per renderla sicura.

Nell'articolo Schneier motiva la sua scelta, parla un po' dei rischi che ciò comporta.

Buona lettura.

Harry Potter sul podio

Segnalo questo post di un amico riguardo ai tre libri più letti e stampati della storia umana.

Grande Pietro!